“In occasione del Consiglio europeo sul digitale il governo italiano farà pressione perché il processo di creazione del mercato unico sia portato a compimento al più presto”. Lo annuncia al Corriere delle Comunicazioni la deputata del Pd, Alessia Mosca, spiegando che “il presidente del Consiglio Enrico Letta ha particolarmente a cuore lo sviluppo delle reti di Tlc e l’abbattimento delle barriere regolatorie che frenano il mercato unico”.
Il pacchetto Kroes spinge nella direzione del mercato unico. Come giudica l’intervento del commissario?
Credo che la proposta rappresenti un importante progetto di riforma del mercato delle telecomunicazioni. Le misure, infatti, prevedono vantaggi e benefici sia per gli utenti sia per le imprese operanti in questo settore: piani di telefonia mobile senza costi di roaming in tutta l’Unione europea; regole più semplici per aiutare le imprese a investire di più e a espandersi oltre confine; tutela della neutralità della rete a livello dell’Ue; abolizione della maggiorazione del prezzo delle telefonate internazionali in Europa. E’ un passo importante verso una reale unificazione del sistema di telecomunicazioni dei vari Paesi Ue, tanto più rilevante quanto si tiene conto del fatto che si tratta di un settore non solo cruciale in sé ma anche, oramai, parte integrante di molti altri ambiti produttivi e settori professionali.
Ci sono Paesi come la Francia scettici sulla reale efficacia del pacchetto…
Il prossimo Consiglio può essere l’occasione di trovare dei punti in comune. È vero che la Francia ha espresso dubbi sulla reale capacità delle norme di sostenere il mercato, ma è anche vero che, proprio dentro quel pacchetto, ci sono strumenti per sostenere i campioni digitali nazionali a cui il governo Hollande tiene in particolar modo. Credo che sia importante trovare una strada comune verso il miglioramento di queste regole. E auspico che il governo italiano se ne faccia promotore.
Al summit si affronterà anche la questione spinosa degli over the top con particolare attenzione ai meccanismi grazie ai quali riesco ad eludere i sistemi fiscali nazionali, garantendosi così un vantaggio competitivo rispetto ai competitor europei. La Ue ha la forza per reagire?
La capacità di reagire è direttamente proporzionale alla volontà degli stati membri di trovare regole comuni per il fisco. E’ necessario che si vada sempre più verso un’integrazione di tipo fiscale per impedire tortuosi meccanismi di scatole cinesi che facilitano l’evasione. Contestualmente è necessario mettere in campo strategie pro-investimenti che non blocchino l’impegno straniero ma che, allo stesso tempo, metta le aziende europee nella condizioni di competere con gli Ott.
Il governo andrà a Bruxelles con la nuova strategie sull’Agenda digitale battezzata da Francesco Caio: tre progetti chiave- anagrafe nazionale, identità digitale, fatturazione elettronica – per colmare il gap che ci divide dall’Europa. Basterà a convincere la Commissione che ce la stiamo mettendo tutta per raggiungere gli obiettivi di Eu2020?
Credo di sì. La strategia “slim” sostenuta dal premier Letta non solo sarà efficace ad accelerare sull’Agenda digitale, dirottando investimento su iniziative realmente in grado di cambiare la PA – non dimentichiamo che anagrafe unica e identità digitale sono le interfaccia di base per ogni innovazione di sevizio – ma anche per farsi promotore in Europa di un nuovo diritto di cittadinanza ovvero quella digitale. Il nostro progetto sull’anagrafe unica può essere un esempio di come accelerare sull’identità europea, declinata al digitale e quindi orientata alla modernità e all’inclusione sociale.