La banda larga è la nuova priorità al centro della Commissione Ue. Emerge dalla conferenza “Driving digital growth” tenuta oggi a Bruxelles da Neelie Kroes. La road map illustrata dal commissario Ue per l’Agenda digitale prevede in 7 punti una nuova strategia per lo sviluppo delle connessioni super veloci. Nuove strategie anche sul copyright, con cui Bruxelles fa un primo passo concreto verso il nuovo approccio annunciato il 5 dicembre. “Il 2013 sarà l’anno clou per l’Agenda digitale – ha detto Kroes – Le priorità su cui vogliamo spingere sono l’incremento degli investimenti in banda larga e la massimizzazione del contributo al digitale così da accelerare la ripresa dell’Europa”.
Il Commissario vuole dare una “sveglia”, una wake-up call, a governi e industria europee: “Broadband e posti di lavoro” al primo posto. Kroes ha ricordato che l’economia digitale sta crescendo “a un tasso sette volte superiore al resto dell’economia”: un potenziale tuttavia frenato da un irregolare quadro politico. Una piena attuazione della nuova versione dell’Agenda digitale “aumenterebbe il Pil europeo del 5%, o 1500 euro a persona, nei prossimi otto anni”. In termini di posti di lavoro, ha detto Kroes, “fino a un milione di posti di lavoro ‘digitale’ rischiano di andare persi entro il 2015 senza una vera iniziativa pan-europea, mentre 1,2 milioni di nuovi posti di lavoro potrebbero essere creati attraverso la costruzione di infrastrutture. Ciò aumenterebbe a 3,8 milioni di nuovi posti di lavoro a lungo termine”.
Ecco nel dettaglio le nuove priorità del 2013.
La Commissione punta a creare un quadro regolamentare stabile per le reti a banda larga con l’obiettivo di aumentare gli investimenti privati nelle reti fisse e mobili. Per il prossimo anno sono previste 10 misure che comprenderanno: raccomandazioni sull’accesso non discriminatorio alle infrastrutture e un nuovo metodo di calcolo dei costi per l’accesso wholesale alle reti a banda larga; net neutrality; servizio universale e meccanismi di ruduzione dei costi di ingegneria civile collegati alla costruzione delle reti. Queste misure si fonderanno sulle nuove linee guida relative agli aiuti di Stato e sui prestiti nell’ambito della Connecting Europe Facility.
Focus anche sulla costruzione di nuove infrastrutture digitali tramite il piano Connecting Europe Facility: con il supporto del Consiglio, la commissione europea punta ad accelerare sui servizi digitali (firma elettronica, mobilità delle imprese, giustizia online, sanità elettronica e piattaforme digitali per la cultura sul modello Europeana). Bruxelles fa sapere che grazie all’eProcurement si potranno risparmiare 100 miliardi di euro l’anno e con i servizi di eGov i costi amministrativi potranno scendere del 15-20%.
Bruxelles vuole inoltre una Grande Coalizione sulle competenze e l’occupazione digitali con l’obiettivo di soddisfare la richiesta del settore Ict da qui al 2015. La Commissione coordinerà le azioni del settore pubblico e privato per aumentare il numero di stage, intensificare il legame tra scuola e mondo del lavoro e promuovere la certificazione delle competenze. È previsto anche un piano per sostenere le start up.
La Ue intende inoltre focalizzare l’attenzione sulla cybersicurezza per garantire la libertà e la privacy degli utenti. La Commissione presenterà una proposta di direttiva per coordinare le azioni degli stati e includere una piattaforma online per prevenire e contrastare eventuali attacchi informatici e obblighi di informazione sugli incidenti. Secondo la Ue, in questo modo, si stimolerà un mercato europeo per la sicurezza e la produzione di sistemi che rispettino la privacy-by-design.
Si punterà inoltre ad aggiornare le norme sul diritto d’autore, da cui dipende anche la fondazione di un mercato unico digitale. La Commissione cercherà di diventare mediatore tra le parti in causa per risolvere le questioni più pressanti per poi decidere nel 2014 sull’opportunità di presentare o meno le proposte di riforma che emergeranno dal riesame.
Riflettori puntati anche sull’adozione del cloud computing e sulla sua adozione nel settore pubblico che dovrà fare da traino. Nell’ambito della European Cloud Partnership saranno lanciate delle azioni pilota ad hoc.
Infine – ma non meno importante – il varo di una nuova strategia industriale per il settore della micro e nano elettronica. L’obiettivo è quello di rendere l’Europa più attraente per gli investimenti nonché quello di aumentare la quota Ue sul mercato globale.