IL SONDAGGIO

Open data, Agid avvia il “censimento” delle PA

I risultati dell’indagine serviranno a realizzare una “mappa” sull’utilizzo dei dati aperti negli enti centrali e locali. L’iniziativa si inserisce nell’ambito del processo di revisione della direttiva europea Public Sector Information

Pubblicato il 12 Apr 2019

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L’Agid avvia il “censimento” sull’utilizzo degli open data nella PA. L’iniziativa si inserisce in quella, più ampia, della Commissione europea sul rilevamento del grado di maturità degli open data e dello stato di attuazione della direttiva Public Sector Information (Psi), di cui è attualmente in discussione la proposta di revisione. I risultati di questa indagine rappresentano la base di riferimento per l’elaborazione dell’Open data Maturity Report, con il quale viene rappresentato lo stato di avanzamento delle politiche di open data nei vari Paesi dell’Unione europea.

L’Agenzia per l’Italia Digitale, in qualità di centro di competenza nazionale in tema di open data, procederà dunque alla raccolta delle informazioni necessarie con il coinvolgimento delle amministrazioni di livello centrale, regionale e locale.

“L’obiettivo è consolidare la partecipazione a questa iniziativa europea e reperire elementi quanto più completi e dettagliati per descrivere il reale stato di attuazione delle politiche di open data in Italia”, fanno sapere da Agid. Tutte le Amministrazioni sono invitate a compilare il questionario entro mercoledì 8 maggio 2019.

Il percorso di revisione della Direttiva Psi

Il Parlamento europeo, il Consiglio dell’Unione europea e la Commissione hanno raggiunto un accordo per la revisione della Direttiva sul riutilizzo dell’informazione del settore pubblico (Direttiva PSI) che faciliterà la disponibilità e il riutilizzo dei dati del settore pubblico.

La valorizzazione del patrimonio informativo è una della priorità che la Commissione si è data attraverso la Digital Single Market strategy, arrivando a definire un quadro normativo volto a incoraggiare ed agevolare il riutilizzo dei dati prodotti dal settore pubblico, imponendo vincoli minimi dal punto di vista giuridico, tecnico e finanziario.

La revisione della Direttiva Psi ora in discussione continua ad andare proprio in questo senso.  Dopo  l’adozione del 2003 e la significativa revisione nel 2013, ora la Commissione si prepara a un suo ulteriore rilancio che tenga conto dei profondi cambiamenti tecnologici e sociali avvenuti negli ultimi 5 anni e insieme contempli la normativa di riferimento sulla gestione dei dati come il così detto Pacchetto dati 2018  e il Regolamento europeo per la protezione dei dati personali.

Tra le principali novità previste dalla prossima revisione della Direttiva Psisi evidenzia:

  • Il principio generale secondo il quale tutti i contenuti del settore pubblico accessibili ai sensi delle norme nazionali siano resi disponibili gratuitamente per il riutilizzo. Gli enti pubblici non potranno imporre tariffe superiori ai costi marginali per il riutilizzo dei loro dati, tranne che in casi eccezionali.
  • La particolare rilevanza attribuita ad alcune tipologie di dati, definiti come dataset ad alto valore, quali le statistiche o i dati geospaziali, che hanno un notevole potenziale commerciale e possono accelerare lo sviluppo di un’ampia gamma di prodotti e servizi di informazione a valore aggiunto.
  • L’estensione dell’ambito di applicazione della direttiva alle imprese di servizio pubblico nel settore dei trasporti e dei servizi di pubblica utilità.  Nel merito, la decisione sulla possibilità di rendere questi dati disponibili deve essere presa in base alle diverse normative nazionali o europee, ma – una volta resi disponibili per il riutilizzo – tali dati rientrano nell’ambito di applicazione della Direttiva PSI. Ciò comporterà che le imprese dovranno rispettare i principi della Direttiva e garantire l’uso di formati per i dati e di metodi di diffusione appropriati.
  • L’adozione di misure di salvaguardia per rafforzare la trasparenza e limitare la conclusione di accordi che potrebbero portare a un riutilizzo esclusivo dei dati del settore pubblico da parte dei partner privati.
  • La maggiore disponibilità di dati in tempo reale mediante l’uso di  interfacce API (Application Programming Interfaces) al fine di favorire lo  sviluppo di prodotti e servizi innovativi (ad esempio applicazioni per la mobilità) da parte delle imprese e, soprattutto, delle start up.
  • L’estensione dell’ambito di applicazione della direttiva anche i dati della ricerca finanziata con fondi pubblici: gli Stati membri saranno tenuti a elaborare politiche per l’accesso aperto ai dati della ricerca finanziata con fondi pubblici, mentre a tutti i dati di tale natura, resi accessibili tramite archivi, saranno applicate norme armonizzate in materia di riutilizzo.

Il percorso di approvazione della revisione della Direttiva PSI prevede ora che il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea adottino formalmente le norme rivedute. Poi toccherà agli Stati membri recepirle entro due anni . A breve la Commissione inizierà la procedura, in collaborazione diretta con gli Stati membri, finalizzata alla  individuazione dei dataset ad alto valore.

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