Le PA potranno usare l’applicativo web “Amministrazione Trasparente” per fare fronte agli obblighi previsti dal decreto Trasparenza. E’ il risultato dell’accordo siglato tra il ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffi e il direttore della Gazzetta Amministrativa, Enrico Michetti, che integra il precedente Protocollo d’intesa del 19 ottobre 2010 sulla digitalizzazione e l’utilizzo di internet nella PA.
L’applicativo web, totalmente gratuito in ogni sua fase – installazione, manutenzione, adeguamenti ed ogni altra assistenza inerente al servizio – costituisce un valido ausilio alla corretta attuazione della recente normativa di riordino di cui al decreto legislativo n. 33/2013 in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione delle informazioni delle Pubbliche Amministrazioni.
Il decreto legislativo 33/2013 che riordina, appunto, gli obblighi di trasparenza per le pubbliche amministrazioni, dai Comuni ai ministeri, passando per Asl e scuole è entrato in vigore il 20 aprile. Stando alle norme i componenti degli organi di indirizzo politico dello Stato e degli enti locali, così come i dirigenti della pubblica amministrazione saranno obbligati a pubblicare la loro situazione patrimoniale, altrimenti potranno incorrere in sanzioni che vanno dai 500 ai 10.000 euro.
La mancata o incompleta comunicazione delle informazioni e dei dati concernenti “lasituazione patrimoniale complessiva del titolare dell’incarico al momento dell’assunzione in carica – si legge nel testo – la titolarità di imprese, le partecipazioni azionarie proprie, del coniuge e dei parenti entro il secondo grado, nonché tutti i compensi cui da diritto l’assunzione della carica, dà luogo a una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro a carico del responsabile della mancata comunicazione e il relativo provvedimento è pubblicato sul sito internet dell’amministrazione o organismo interessato”.
Inoltre, viene introdotto l’obbligo di pubblicare la rendicontazione delle spese dei gruppi consiliari di regioni ed enti locali, pena un taglio del 50% dei contributi al gruppo politico e l’obbligo di pubblicità ai cittadini.
Il provvedimento dà una definizione del principio generale di trasparenza: accessibilità totale delle informazioni che riguardano l’organizzazione e l’attività delle PA, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche.
Il modello di ispirazione è quello del Freedom of Information Act statunitense (Foia), che garantisce l’accessibilità di chiunque lo richieda a qualsiasi documento o dato in possesso delle PA, salvo i casi in cui la legge lo esclude espressamente (ad esempio per motivi di sicurezza). Viene introdotto un nuovo istituto ovvero il diritto di accesso civico: questa nuova forma di accesso mira ad alimentare il rapporto di fiducia tra cittadini e PA e a promuovere il principio di legalità (e prevenzione della corruzione). In sostanza, tutti i cittadini hanno diritto di chiedere e ottenere che le PA pubblichino atti, documenti e informazioni che detengono e che, per qualsiasi motivo, non hanno ancora divulgato.