L'INTERVISTA

PA digitale alla sfida citizen experience. OpenText in prima linea

Daniele D’Ambrosio, Public Sector Sales Manager Italy, Greece, Cyprus and Malta: “Strategia data centric per realizzare servizi a misura di cittadino e più efficienti”. Pnrr occasione imperdibile

Pubblicato il 30 Mag 2022

Daniele D'Ambrosio_, Public Sector Sales Manager Italy, Greece, Cyprus and Malta, OpenText-2

La PA italiana si sta muovendo nella giusta direzione, offrendo servizi in grado di semplificare la vita di cittadini e imprese e investendo fortemente sia a livello locale sia centrale. Daniele D’Ambrosio, Public Sector Sales Manager – Italy, Greece, Cyprus and Malta presso OpenText, analizza lo stato dell’arte del settore pubblico e le sfide future anche alla luce dei fondi messi a disposizione dal Pnrr.

D’Ambrosio, come sta affrontando la PA italiana il percorso di trasformazione digitale?

L’amministrazione italiana si sta muovendo da tempo sul solco dell’innovazione. Basti pensare a progetti abilitanti come Spid, Cie e Anpr che hanno anticipato processi di digitalizzazione sul versante front end che, successivamente, la pandemia ha contribuito ad accelerare. In questo contesto, per la prima volta, le amministrazioni centrali e locali hanno messo in campo uno sforzo di investimento importante: per la prima volta il settore pubblico ha marciato unito, come un corpo solo. Oggi poi ci sono due elementi di novità che danno sprint ulteriore alla PA digitale: la creazione di un ministero per l’Innovazione e Transizione digitale che ha messo il cappello a tutte i programmi di innovazione e il Piano nazionale di ripresa e resilienza che mette a disposizione una mole di risorse mai vista prima. C’è poi il tema della citizen experience.

Ovvero?

In questi anni, complice anche la pandemia che ci ha costretto a digitalizzare, le PA si sono concentrate in maniera prioritaria sull’erogazione di servizi facili da usare e in grado di semplificare la vita al cittadino. Spid risponde, ad esempio, a queste caratteristiche funzionando sempre più come unica porta di accesso alle prestazioni. Questa “filosofia” che mette il cittadino al centro ha richiesto un cambio di mentalità rispetto alla scelta delle soluzioni: si è passati dall’adozione di sistemi custom che avevano bisogno di effort economici e di tempi di realizzazione molto importanti a sistemi ready to use in grado di adattarsi velocemente alle piattaforme di riferimento.

Quindi il giudizio sulla PA italiana è positivo…

Io sono molto soddisfatto di quello sta accadendo e certamente ottimista sul futuro. Soprattutto perché rilevo nel settore pubblico una grande competenza tecnica in grado di governare la trasformazione digitale, basti pensare a Sogei.

Quali, però, le criticità che potrebbero ostacolare il processo di trasformazione digitale?

Le criticità non riguardano il versate tecnologico ma principalmente quello amministrativo-burocratico. Oggi, ad esempio, le procedure di procurement da parte della PA sono ancora lunghe e farraginose: servono soluzioni certificate e i processi di certificazione sono troppo lunghi e molti sono gli step che i provider devono affrontare. Ecco, se dovessi rilevare una criticità è la burocrazia delle certificazioni che rischia di rallentare il raggiungimento dei target di digitalizzazione.

Nella missione 1 del Pnrr sono previsti 50 miliardi per la digitalizzazione del sistema Paese, di cui 10 circa destinati alla PA. Dove devono essere investiti prioritariamente?

La digitalizzazione della PA è un progetto complesso quindi l’investimento va realizzato ad ampio spettro. C’è però un ambito che va attenzionato e che può rappresentare un pilastro strategico ed è quello relativo alla gestione del dato. Innovare il settore pubblico necessita di una strategia data centric che metta le informazioni a disposizioni di tutti gli uffici, in ottica di interoperabilità: se un cittadino chiede un documento, lo deve poter fare in ogni sportello pubblico, fisico e telematico, senza confini di alcun tipo. Un approccio che aumenterebbe l’efficienza della PA e potenzierebbe la citizen experience.

Che ruolo può svolgere un’azienda come OpenText nel processo di innovazione digitale nel Paese Italia?

OpenText è un’azienda leader nello sviluppo di soluzioni di gestione del dato applicabili in ogni settore. Adesso stiamo investendo in maniera massiccia in piattaforme verticali per la pubblica amministrazioni con l’obiettivo di accompagnare una trasformazione digitale, che deve avere l’ambizione di soddisfare i bisogni del cittadino. DigiGov, ad esempio, è una piattaforma esclusiva per il settore pubblico che consente la gestione e l’integrazione del dato, facilmente adattabile a ogni strategia di innovazione. Si tratta di una soluzione in grado di superare la logica dei silos e abilitare quella del data sharing per velocizzare ed efficientare l’erogazione dei servizi.

OpenText al ForumPA, quali novità presenterete?

Ovviamente DigiGov. E poi tutte le nostre soluzioni di information e document management. Tra queste Extended ECM for Government: la piattaforma permette di aggregare e standardizzare i dati della PA e convertirli nelle informazioni che i cittadini richiedono, senza venir meno agli obiettivi di razionalizzazione e risparmio. Il software è disponibile in modalità on premise e cloud, o in opportune combinazioni di queste modalità. Per quanto riguarda la migrazione dal legacy, OpenText presenterà InfoArchive, una piattaforma di archiviazione di lungo termine che applica l’intelligenza artificiale dei suoi algoritmi di text mining per strutturare automaticamente dati che richiederebbero enormi sforzi di classificazione e aggiornamento.

OpenText a Forum PA 2022

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