Comparare la spesa pubblica tra Italia e maggiori Paesi Ue nel settore delle tecnologie informatiche e comunicative ed esaminare lo stato di informatizzazione e gli investimenti svolti dalle PA statali e locali, anche per vedere se ci sono stati sprechi o investimenti sbagliati.
Sono queste le principali funzioni di cui si dovrebbe occupare una commissione di inchiesta parlamentare secondo la proposta presentata alla Camera da Paolo Coppola (Pd), incardinata in commissione Affari costituzionali. La proposta è stata calendarizzata per giugno.
Durante la relazione Coppola, che è anche il relatore, ha ricordato come “nonostante il totale della spesa Ict nella PA si attesti da anni intorno ai 5 miliardi di euro” e si sia ben consapevoli “che la digitalizzazione è uno strumento imprescindibile per un corretto funzionamento della macchina amministrativa, i risultati finora conseguiti non sono soddisfacenti”.
La proposta di Coppola mira a raccogliere dati informativi aggiornati e individuare soluzioni, anche di tipo legislativo, per adeguare lo stato dell’innovazione della PA al livello degli altri Paesi Ue.
“La Commissione è composta da venti deputati nominati dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare – si legge nella proposta – L’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione della pubblica amministrazione e sulle spese pubbliche nel settore delle Ict è a questo punto quantomai doverosa e opportuna per fare il punto della situazione e per costruire una base concreta che permetta una riflessione per il miglioramento della situazione attuale, in ottica futura”.
Si prevede che la Commissione sia composta da venti deputati nominati dal Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare.