LA RECENSIONE

PA digitale, la riforma parte dall’e-leadership: in un libro tutti i passaggi chiave

Visione, curiosità, collaborazione, sperimentazione, capacità di networking: sono queste le caratteristiche del funzionario “future proof” che la Pubbica amministrazione deve mettere in campo. Il saggio di Giuseppe Iacono

Pubblicato il 23 Apr 2021

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“Io voglio che la Olivetti non sia solo una fabbrica, ma un modello, uno stile di vita. Voglio che produca libertà e bellezza perché saranno loro, libertà e bellezza, a dirci come essere felici”. Cita non a caso le parole del “visionario” Adriano Olivetti il libro “E-leadership. Come guidare la trasformazione (digitale) della PA” di Giuseppe Iacono (Franco Angeli, 150 pagine, 15,99 euro la versione digitale, 19 la cartacea) per illustrare le sfide strategiche di fronte alla Pubblica amministrazione italiana. Tema scottante in un momento in cui la riforma della PA è al centro dell’agenda del Governo perché dalla sua efficienza dipendono la vita dei cittadini, la crescita economica, la competitività del Paese.

Focus sulle competenze del leader digitale

E’ per fornire agli stakeholder della maxi-trasformazione che Iacono prende di petto i nodi più cruciali del passaggio. Lo fa da esperto con una lunga esperienza alle spalle: specializzato in competenze digitali e politiche dell’innovazione, è co-fondatore dell’associazione Stati Generali dell’Innovazione, ha collaborato con Agid, Poltecnico di Milano e Fpa ed è stato, fra l’altro, presidente dell’Istituto Italiano Open Data.
Iacono mette sotto la lente competenze, formazione e ruolo del “leader”: funzionari e  dirigenti pubblici, ma anche per chi (scuole di pubblica amministrazione, agenzie formative, scuole superiori e università) deve costruire “l’ecosistema di coltivazione delle competenze di e-leadership”.

Una PA guidata dal cittadino

Perché per chi che deve esprimere una funzione di leader, anche nel settore pubblico, è necessario – dice Iacono – che la visione, le scelte, la valorizzazione del capitale umano, le attuazioni delle iniziative, siano pienamente in una dimensione onlife, “pensando digitale”. Leader capaci di comprendere le potenzialità trasformative della rivoluzione digitale e i benefici delle tecnologie emergenti, dai Big Data all’Intelligenza artificiale e all’Internet delle Cose, sapendo che l’innovazione non è neutra.

Per questo è importante l’e-leadership, dimensione nuova e rivisitazione profonda della leadership anche nella pubblica amministrazione dell’era digitale. Con un profilo di competenze del tutto “intriso della cultura dell’innovazione, utile a ribaltare una concezione dell’amministrazione autoreferenziale”, verso un paradigma cittadino-centrico. Anzi, “guidato dal cittadino”.

Le 5 caratteristiche dell’e-leader

Non si tratta solo di riconfigurare i servizi pubblici rendendo trasparente la propria organizzazione, ma di scegliere “la via più profonda della trasparenza e invisibilità dei propri servizi”.

Non a caso le 5 caratteristiche dell’e-leader devono essere visione, curiosità, collaborazione, sperimentazione, capacità di networking. Caratteristiche puntate sulla  capacità di anticipare mercati e tendenze prendendo “decisioni aziendali consapevoli e risolvendo problemi difficili in tempi turbolenti”. L’e-leader deve cioè “abbracciare il cambiamento” e comprendere la tecnologia.

Conoscenze digitali, e non solo competenze “tecniche”, in grado di gestire architettura, relazioni, opportunità e potenzialità. Devono comprendere soft skill, capacità di gestione organizzativa e di cambiamento, di costruire una organizzazione innovativa che permei l’intero contesto. E capacità di attuare e ripensare i processi della PA in funzione degli obiettivi e della missione dell’amministrazione.

Ripensare le modalità di lavoro

La ristrutturazione della macchina amministrativa, da cui passa anche la reingegnerizzazione dei processi con le nuove tecnologie, richiede anche un profondo scardinamento delle modalità di lavoro, così da realizzare una transizione effettiva dai silos ai processi trasversali, dai controlli autorizzativi e sul tempo di lavoro alle verifiche sul raggiungimento degli obiettivi, dalla logistica del lavoro per uffici funzionali a un approccio in chiave smart working.

Perché se la PA deve essere “guidata dal cittadino” deve innanzi tutto riconoscerne la centralità del cittadino, “leggendo i propri miglioramenti nella riduzione e nel progressivo annullamento degli adempimenti” a carico degli utenti.

In questo contesto diventa evidente come non ci sia più posto per leader che non sono in grado di indirizzare e governare la trasformazione digitale delle proprie organizzazioni e che trattano le tecnologie come aspetto tecnico e da addetti ai lavori, spiega Iacono. “Perché non c’è più posto per organizzazioni che non siano in grado di trasformarsi rapidamente e profondamente”.

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