PA digitale, nel nuovo Codice sanzioni per i fannulloni dell’innovazione

Le nuove regole prevedono premi per gli enti virtuosi. Il ministero della PA: “Allineeremo l’amministrazione italiana a quelle dei Paesi più avanzati”

Pubblicato il 28 Gen 2010

Riforma del Codice dell’Amministrazione Digitale sempre più
vicina. Il ministero della PA e Innovazione fa sapere che il
Consiglio dei ministri, riunitosi oggi a Reggio Calabria, ha
avviato positivamente l’esame della riforma del Cad, proposta dal
ministro Brunetta. 
L’ok del Cdm potrebbe fine a un percorso di innovazione, iniziato
5 anni fa con l’emanazione delle regole di digitalizzazione della
Pubblica amministrazione, e proseguito con la legge delega (n.
69/2009) al governo in cui il Parlamento ha dettato i principi e i
criteri direttivi per adeguare il complesso di norme al veloce
sviluppo delle Ict.

“Il Cad traccia il quadro legislativo generale entro cui può e
deve attuarsi la digitalizzazione dell’azione amministrativa –
si legge in una nota del ministero -. Occorrono consistenti
interventi sia sul piano normativo sia quello amministrativo per
allineare le amministrazioni italiane a quelle dei Paesi più
avanzati. Altrimenti strutture obsolete e procedure interminabili
continueranno a gravare il sistema Italia di costi e di adempimenti
tali da scoraggiare l’afflusso di capitali internazionali a
vantaggio di Paesi, anche emergenti, che hanno più decisamente
imboccato la strada della modernizzazione e della semplificazione
amministrativa”.
Come fare? Il governo intende “sviluppare in modo deciso,
concreto e operativo il grande progetto della Pubblica
amministrazione impostato nel 2005, cioè dare effettività
all’impianto del Codice attraverso misure premiali e di sanzione
così come a meccanismi di incentivazione a favore delle
Amministrazioni più  virtuose, garantendo loro la possibilità di
riutilizzare, almeno in parte, i risparmi ottenuti grazie alle
tecnologie digitali”.

Nello specifico la riforma punterà su quattro direttici: premiare
le migliori pratiche; assicurare un miglior servizio e relazioni
semplificate con i cittadini e le imprese; implementare e
controllare la digitalizzazione dell’Amministrazione e alimentare
tale processo con i risparmi derivanti dalla riorganizzazione delle
strutture e dei servizi; incrementare la sicurezza dei dati, dei
sistemi e delle infrastrutture.
“L’intervento riformatore è comunque strutturato in modo da
consentire alle amministrazioni di realizzare gli interventi di
loro competenza in un ragionevole lasso di tempo e con le risorse
umane, strumentali e finanziarie disponibili – conclude il
ministero – senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,
come previsto dalla legge delega”.

Una riforma, quella del Cad, che rimette al centro dell'e-gov
il ruolo pubblico. Tema particolarmente caro al ministro
Brunetta.
'Il ruolo dell'attore pubblico è cruciale, non solo per la
competenza regolamentare e per i servizi che ad esso spetta
erogare, ma anche per il suo potenziale contributo alla domanda di
innovazione del Paese – ha infatti ribadito il titolare di Palazzo
Vidoni in un messaggio inviato alla Giornata marconiana promossa
dalla Fondazione Ugo Bordoni alla Camera – La PA può e deve
trasformarsi in un vero e proprio driver di innovazione". A
tale proposito il "piano di ammodernamento e rilancio per
rendere la pubblica amministrazione più efficiente "tramite
le misure messe in campo dalla riforma della PA e dal piano di
e-Government".

Raggiungere questi obiettivi vorrebbe dire "un recupero del
10% di efficienza che, nell'arco di circa cinque anni, si
tradurrebbe in una maggiore crescita complessiva pari ad almeno 2
punti di Pil".

 

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