IL REPORT FPA

PA digitale: cresce l’uso di Spid, Cie e PagoPA. Si apre la sfida 5.0

La pubblica amministrazione sempre più votata all’innovazione, rispettate tutte le scadenze del Pnrr. L’Ad Dominici: “Ora servono nuovi modelli organizzativi”. Il presidente di Digital360 Rangone: “Bisogna mettere al centro le persone”

Pubblicato il 18 Gen 2024

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Si è aperta una nuova stagione per la PA digitale. A delineare i driver di innovazione l’Annual Report di FPA, società di Digital360, che analizza i principali fenomeni di innovazione che hanno interessato la PA negli ultimi 12 mesi e anticipa le prospettive per il 2024.

“Il 2023 ha rappresentato una nuova stagione per la centralità assunta dalle persone dentro la PA, percepite come attori di primo piano per il cambiamento del Paese. Ci stiamo lasciando finalmente alle spalle la visione della macchina pubblica come fardello – commenta Gianni Dominici, Amministratore delegato di FPA – L’Annual Report descrive una PA più consapevole del ruolo centrale riconquistato, una PA che nel 2023 ha navigato veloce ma controvento. Per migliorare la navigazione, oltre a semplificare le procedure, a ridisegnare i concorsi, a puntare su digitalizzazione e formazione, è necessario anche sostenere il nuovo interesse nei confronti della PA cambiandone la narrazione, facendo emergere persone e progetti virtuosi. Dobbiamo adottare nuovi modelli organizzativi basati sull’ascolto, per valorizzare le energie dei giovani talenti e rispondere a un cambiamento sempre più veloce, come ci dimostra la rivoluzione portata dall’Intelligenza Artificiale”.

I grandi progetti-Paese

Nel 2023 sono proseguiti i grandi progetti-Paese per la PA digitale, anche se quasi tutte le piattaforme nazionali hanno conosciuto tassi di incremento più bassi del recente passato. A fine anno le identità Spid hanno raggiunto 36,8 milioni, +10% rispetto a inizio anno (era il +22% nel 2022), evidenziando un rallentamento fisiologico, mente le Carte d’identità elettroniche sono 41,2 milioni, +26% (come nel 2022). Cresce PagoPA, che a dicembre 2023 registra 386,3 milioni di transazioni nel corso dell’anno, per un valore di 83,5 miliardi di euro, +16% rispetto al 2022. E anche l’appIO, che ha raggiunto 36,5 milioni di download, +13%, più basso del +30% 2022. Ma cresce anche l’adozione da parte della PA. A fine 2023 le amministrazioni con autenticazione tramite Spid ai servizi digitali sono poco più di 16.900, +4.600 rispetto a fine 2022, quelle con l’accesso “Entra con Cie” più di 7.300, circa 1.100 in più rispetto all’anno precedente, quelle attive su appIO più di 15.600 (+31% rispetto a inizio anno), con circa 276.000 servizi esposti (+61%).

Le scadenze del Pnrr

La digitalizzazione della PA (M1.C1.1) si conferma tra le componenti più solide del Pnrr, con meno criticità in termini di scadenze rispettate, soprattutto per le misure rivolte al territorio. Su oltre 22.300 potenziali beneficiari, circa 17.000 amministrazioni (quasi tre quarti) hanno ottenuto fondi, per circa 2,4 miliardi di euro. In prima linea i Comuni, che assorbono 1,9 miliardi di euro, già assegnati, con tassi di adesione alle misure molto elevati: il 99% delle città ha ottenuto finanziamenti su almeno una misura di PA Digitale 2026. Buoni anche i tassi di adesione di altre realtà locali, come Asl (86%) e scuole (91%).

La PA protagonista della transizione 5.0

Per Andrea Rangone, presidente di Digital360, “anche la PA deve essere protagonista della ‘transizione 5.0’, il nuovo paradigma che integra automazione avanzata, collaborazione uomo-macchina e sostenibilità, nato dalla necessità di ripensare lo sviluppo e i modelli di business verso una maggiore sostenibilità sociale e ambientale”.

“Per riuscirci, deve mettere al centro le persone, sia i dipendenti pubblici che spesso soffrono un’organizzazione basata più sulle regole che sulla valorizzazione delle potenzialità di ciascuno, sia gli utenti dei servizi – spiega Rangone –  La PA poi deve diventare più sostenibile, riducendo il consumo di energia, comprando prodotti e servizi ecocompatibili, efficientando gli edifici e promuovendo comportamenti virtuosi da parte dei dipendenti. E deve potenziare la resilienza, sviluppando attività e organizzazioni più solide e meglio preparate a far fronte ai malfunzionamenti”.

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