L'EDITORIALE

PA digitale, switch off inevitabile?

La macchina pubblica resta al palo. La trasformazione è troppo lenta e ne va dell’economia del Paese. Il nuovo asse fra Confindustria Digitale e il Team di Piacentini prova a invertire il trend. Ma servirà una scossa vera

Pubblicato il 20 Nov 2017

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Se Maometto non va alla montagna, come si dice, la montagna può sempre andare da Maometto. La PA italiana – diciamocelo – continua ad arrancare nella sfida digitale. Si va avanti a piccoli passi, Spid deve ancora vedere la luce (basta guardare i numeri), i servizi per i cittadini si limitano a iniziative sporadiche portate avanti da pochi amministratori lungimiranti. E come se non bastasse il carrozzone pubblico fa da freno allo sviluppo complessivo dell’economia digitale. E così anche le imprese restano indietro, in particolare quelle di piccole dimensioni e quelle localizzate nelle aree meno urbanizzate del Paese.

Di qui l’idea di unire le forze, quelle pubbliche e quelle private e di dare vita – ed è la prima volta nel nostro Paese – ad una “task force” in grado di interpretare e sintetizzare le esigenze del mercato e soprattutto di portare al mercato – eccola la montagna – le competenze e il know how, l’expertise e il supporto. I due grandi attori in campo sono Confindustria Digitale e il Team di Diego Piacentini che a Perugia hanno tagliato il nastro del roadshow nazionale Sistema 4.0 che ha già in calendario incontri in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Piemonte, Marche, Toscana ed Emilia e Romagna. “Non convegni, ma momenti di lavoro”, ci tengono  sottolineare gli orgamnizzatori. Perché è arrivato, una volta per tutte, il tempo del fare. Execution è parola cara ad Elio Catania, il quale ha acceso da tempo i riflettori sulla necessità di un’azione forte e incisiva che possa consentire al nostro Paese di confrontarsi ad armi pari con le economie più evolute.

Colmare il gap diventa urgente ed ecco perché il numero uno di Confindustria Digitale è del parere che lo switch off sia quasi inevitabile: “Bisogna spegnere i vecchi metodi e serve una revisione dei processi, mettendo la leadership di fronte al problema”. E soprattutto “abbiamo bisogno di shock forti per dare una scossa non solo agli imprenditori, ma anche alla pubblica amministrazione”. La PA dunque resta la spina nel fianco: vale 30 miliardi di euro, circa due punti di Prodotto interno lordo, l’inefficienza del sistema pubblico, eppure la trasformazione digitale – si va ripentendo da anni evidentemente però senza concretizzare – rappresenta la chiave per ridurre deficit e debito pubblico e ridare competitività al territorio. L’asse fra Confindustria Digitale e il Team di Piacentini senza dubbio rappresenta più che un buon segno. Forse siamo davvero alle porte della svolta?

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