PA digitale, Tremonti fa orecchie da mercante e Brunetta torna alla carica

Dopo pagamenti elettronici e web ricette l’oggetto della nuova missiva inviata a via XX settembre riguarda l’adozione della carta di identità elettronica per i dipendenti pubblici. “Subito l’emanazione del provvedimento”

Pubblicato il 20 Set 2011

Prima i pagamenti elettronici, poi le Web ricette. Ora il ministro
della PA e Innovazione torna a pungolare Giulio Tremonti sul varo
del decreto attuativo relativo alla carta di identità elettronica
destinata ai dipendenti pubblici, sperando che questa volta il
collega dell'Economia risponda.

“Con la missiva dello scorso 4 agosto – gli ricorda in una

lettera inviata ieri – ti ho già sottolineato come le
osservazioni formulate dall’Ufficio legislativo-economia fossero
riferite ad aspetti finanziari relativi all’emissione del citato
documento. Il provvedimento, invece, riguarda solo aspetti tecnici
e nulla dispone circa la copertura finanziaria, le modalità e i
tempi con cui ciascuna amministrazione, utilizzando le risorse
disponibili, dovrà provvedere all’eventuale rilascio del
documento ai dipendenti”.

“Nonostante le argomentazioni addotte – osserva Brunetta – non è
pervenuto dai tuoi uffici alcun riscontro al riguardo. Considerato
che il documento progettuale da approvare è stato puntualmente
concordato nel corso di apposite riunioni tecniche, ti chiedo
nuovamente di voler consentire l’emanazione del provvedimento, di
evidente utilità per i dipendenti pubblici, comunicando
sollecitamente il tuo concerto”.

La Cie era stata ripescata dal cassetto in cui giaceva ormai da
anni con il varo del decreto sviluppo dello scorso giugno. Stando a
quanto previsto dal provvedimento, la card verrà rilasciata, a
partire dal 2012, “a tutti i cittadini indipendentemente
dall'età (prima il limite era a 15 anni ndr) anche se
l'obbligo di rilevare le impronte digitali è soppresso per i
minori di 12 anni”. Gradualmente la carta d'identità
elettronica incorporerà anche la tessera sanitaria.

Le “prove generali” del rilancio del documento elettronico
sarebbero state fatte, appunto, con la carta destinata ai
dipendenti della PA. Ma finora la mancanza dei provvedimenti
attuativi ha impedito al realizzazione del progetto che tanti
ostacoli ha incontrato sul suo cammino.

A puntare sulla Cie erano stati il ministro dell’Innovazione
Lucio Stanca e il suo successore Luigi Nicolais. Poi era arrivato
Brunetta che, tutto concentrato sul lancio della Posta elettronica
certificata, aveva pensato di allungare i tempi del documento
cartaceo a 10 anni, annullando così ogni progetto che puntasse
alla digitalizzazione dell’identità almeno fino a giugno quando
la Cie era rientrata nei programmi di governo.

Nel mezzo di questi dieci anni una serie di scontri-confronti tra
il governo centrale e i Comuni, che avevano sollevato remore sul
rilascio di una card poco “finanziabile” con le già magre
finanze degli enti locali, e disinteresse da parte dei cittadini,
restii a farsi rilasciare un documento che di innovativo aveva ben
poco, visto che né il terzo governo Berlusconi né quello
successivo guidato da Prodi erano riusciti ad elaborare una
strategia di lancio che, oltre la rilascio, prevedesse l’aggancio
di servizi pubblici elettronici.

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