Il ministro della Funzione Pubblica spinge sull’open data e sull’open government per garantire più trasparenza ed efficienza nella PA. In audizione in Commissione Affari Costituzionali della Camera, Filippo Patroni Griffi ha sottolineato coma la trasparenza debba diventare "una componente essenziale del modo di agire delle pubbliche amministrazioni, perché produce un ‘valore’ aggiunto sul piano dell’efficienza ed equità del sistema”.
“Nella recente riforma del 2009 (d.lgs. n. 150/2009) – ha ricordato – la trasparenza come accessibilità totale a tutti i dati concernenti l’assetto, il funzionamento e l’uso delle risorse, determina il passaggio, in prospettiva, dall’open government all’open data, cioè alla messa a disposizione dei cittadini delle informazioni di interesse generale; ciò in linea con i moniti provenienti dall’ordinamento europeo e dalle più importanti organizzazioni globali (Onu, Ocse, Consiglio d’Europa)”.
Un governo “aperto” risponde – ha sottolineato il ministro – a “un’esigenza di conoscenza per finalità etiche e di controllo sociale sugli apparati e allo stesso tempo soddisfa una prospettiva di riutilizzazione delle informazioni in mano pubblica per consentire di orientare scelte di vita o di investimento, per dialogare con la pubblica amministrazione con riguardo ai procedimenti di cui si è parte, per semplificare alle imprese i rapporti con l’amministrazione o per consentire loro la conoscenza del territorio su cui operano o intendono investire”.
A questo proposito Patroni Griffi ha sottolineato l’importanza del “portale della trasparenza”, alla cui realizzazione stanno lavorando Civit, Cnr e DigitPA, debba costituire il primo passo in questa direzione.
Infine l’open data soddisfa le esigenze di efficienza della PA. “La trasparenza dei dati – ha spiegato – consente alle amministrazioni di avere una ‘memoria’ completa e condivisa dell’attività degli uffici, di individuare le aree di miglioramento dell’azione amministrativa mediante modalità più efficienti di allocazione e distribuzione delle risorse esistenti, di identificare settori ad alto rischio corruzione, di semplificare l’attività e ridurre i tempi di azione, di effettuare un confronto “competitivo” con amministrazioni che rendono servizi similari in un’ottica di benchmarking”.