Cresce l’attenzione sulla cessione di PagoPA. Un’interrogazione del Partito democratico e le azioni di alcune banche accendono i riflettori sulla norma del decreto Pnrr che attribuisce all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, in misura non inferiore al 51%, e per la restante quota di partecipazione, a Poste Italiane, i diritti di opzione per l’acquisto dell’intera partecipazione azionaria detenuta dallo Stato nella società che gestisce la piattaforma nazionale dei pagamenti. Nel mirino in particolar modo la questione della concorrenza e della privacy dei dati degli utenti.
L’interrogazione del Pd
Il gruppo Pd in commissione Bilancio del Senato ha presentato un’interrogazione rivolta al Mef e al ministero per gli Affari europei per capire obiettivi e modalità della cessione. Il capogruppo Daniele Manca ricorda che l’operazione che “si inserisce nel solco delle privatizzazioni previste dal governo per recuperare 20 miliardi di euro nel triennio 2024-2026, ha suscitato la protesta di molti enti creditizi che denunciano l’aggiramento delle norme sulla concorrenza”.
“Per questo motivo ho presentato una interrogazione al ministero per gli Affari europei e al Mef, sottoscritta da tutto il gruppo del Pd, nella quale chiedo di sapere ‘quali siano le motivazioni che hanno portato al coinvolgimento di Poste italiane Spa nell’operazione di cessione di quote di capitale di PagoPA; se intendano chiarire quale sia li corrispettivo minimo atteso dalla suddetta cessione e quali siano i criteri che saranno adottati dai soggetti nominati dal ministero dell’Economia e delle finanze per la definizione della cessione delle quote di PagoPA alle parti acquirenti”.
Nel mirino anche la questione della concorrenza: si chiede al governo di chiarire se la cessione di quote di capitale di PagoPA a Poste Italiane comporti problematiche di natura concorrenziale e si possano escludere problematiche relative alla protezione dei dati sensibili dei cittadini che si avvalgono di Pago PA, a partire dai metodi pagamento con bancomat e carte di credito.
Sotto la lente del Pd anche la questione dell’allineamento ai target Pnrr. “Chiediamo al governo – precisa Manca – se non ritenga che la cessione di quote di PagoPA sia del tutto in contrasto con gli obiettivi del Pnrre gli interessi della pubblica amministrazione in tema di digitalizzazione e se intendano escludere che da tale cessione non derivi un disimpegno pubblico sul fronte dello sviluppo, della semplificazione, della qualità e della sicurezza dei servizi di pagamento in via digitale, con conseguente pregiudizio per la pubblica amministrazione e gli enti creditori che hanno finora utilizzato la piattaforma di PagoPA”.
I timori delle banche
Timori anche dal mondo bancario. Secondo quanto risulta a CorCom almeno un paio di istituti avrebbero sondato il terreno per capire se ci siano gli elementi per fare ricorso all’Antitrust contro il decreto. A preoccupare soprattutto il ruolo di Poste che, svolge anche attività bancarie, potrebbe decidere di chiudere ai competitor l’accesso alla piattaforma e il fatto che il provvedimento assegni alla società guidata da Del Fante una quota rilevante senza gara pubblica.
PagoPA, cos’è e come funziona
PagoPA è la società interamente partecipata dallo Stato attraverso il ministero dell’Economia e delle finanze e sottoposta alla vigilanza del presidente del Consiglio, tramite il ministro delegato, che gestisce l’omonima piattaforma digitale deputata ai pagamenti in favore della Pubblica Amministrazione, realizzata con lo scopo di semplificare e aumentare la qualità e la quantità dei servizi di pagamento offerti dagli enti della Pubblica Amministrazione ed effettuarli nella massima sicurezza.
Le transazioni effettuate nel triennio 2020-2023 superano i 900 milioni e l’incremento medio annuo è stato del 40%.
I pagamenti realizzati da cittadini e imprese per un importo medio di 202 euro a operazione sono stati effettuati a favore di:
- Utility (32%),
- PA Centrali (22%)
- ACI (19%)
- Comuni (12%)
- Istruzione 5% (Scuola 3% ed Università 2%)
- Sanità 3%
Nel 2023 il valore delle transazioni con PagoPa è stato:
- Utility (acqua, energia, ecc): 131 milioni (+118%)
- Comuni: 43,2 milioni (+43%)
- Salute: 11,8 milioni (+79%)
- Regioni: 8,1 milioni (+11%)