“L’attuazione in Italia dell’Agenda digitale rappresenta la vera manovra di politica economica in grado di determinare le condizioni strutturali per la riduzione delle tasse, mettere sotto controllo la spesa pubblica, semplificare e dare trasparenza alle procedure e ai risultati e offrire nuovi stimoli alla crescita dell’economia”. Così il presidente di Confindustria Digitale, Stefano Parisi, è ritornato sul tema dello sviluppo della internet economy, parlando all’incontro “#Memorandum 2013”, promosso dalla Camera di Commercio di Roma e dalla Fondazione Formiche.
“Dopo il decreto Crescita 2.0, che ha introdotto misure importanti ma parziali e da completare con i decreti attuativi – ha aggiunto Parisi – il processo di digitalizzazione del Paese deve diventare un progetto strategico, da sviluppare in parallelo per tempi e importanza politica alle manovre di risanamento del bilancio dello Stato”.
Avviare “un vasto programma di risanamento della PA e dei suoi rapporti con i cittadini e le imprese, spingere sull’alfabetizzazione digitale e sulla formazione di lavoratori” è quanto ritiene indispensabile il numero uno di Confindustria Digitale per portare avanti l’Agenda digitale italiana. Parisi però chiede “un forte commitment politico” da parte del futuro Governo”. “Non c’è bisogno di un Sottosegretario, per fare l’Agenda digitale italiana serve un primo ministro che se ne assuma la responsabilità direttamente da Palazzo Chigi. Come ha fatto Clinton che mise l’intero programma digitale statunitense nelle mani del suo vice, Al Gore“.
“Internet sta ridefinendo gli schemi ed un forte cambiamento digitale e culturale della PA non si può finanziare nell’anno in corso, si può realizzare solo attraverso un business plan, come si fa nelle aziende che vogliono innovare”, ha concluso Parisi, ricordando che in questi giorni di campagna lettorale, la sua associazione di imprese dell’Ict è impegnata in serrato confronto con gli schieramenti politici cui ha lanciato sei proposte a sostegno dell‘Agenda digitale italiana.
All’evento è intervento anche Paolo Gentiloni, deputato e responsabile Ict del Pd. “L’Agenda digitale italiana è la risposta più importante per far fronte ai problemi del Paese e, con il nuovo governo, dovrà essere gestita direttamente da Palazzo Chigi – ha detto Gentiloni – Con la cabina di regia – ha sottolineato Gentiloni – ci siamo spesso trovati difronte anche a 25 interlocutori. Ci vuole un responsabile unico per il futuro digitale del Paese”. Gentiloni inoltre ha rimarcato che “dobbiamo diventare il Paese dell’e-commerce. Questo Paese fatto di aziende medie e piccole che esportano, oggi è al 25° posto nell’e-commerce”.
Gentiloni, inoltre, ha sollecitato “la spectrum review, la revisione dello spettro elettromagnetico”, il cui utilizzo tipico applicativo è nelle telecomunicazioni per veicolare informazione attraverso segnali. “La parte tv cadrà, la parte internet deve crescere” ha aggiunto Gentiloni ricordando che “oggi c’e’ uno spettro monopolizzato dai militari” e auspicando che “questo spettro entri a far parte dell’internet delle cose come negli altri Paesi”.
Roberto Rao dell’Udc ha evidenziato le inefficienze della PA: “Basta ai camminatori nella Pubblica amministrazione, impiegati pagati per portare carte e documenti da un’amministrazione ad un’altra, servono professionalità che sappiano usare internet, servono programmatori. E anche questa e’ spending review”.
“Ciascun ministero deve fare un proprio piano di innovazione tecnologica e fornire un resoconto annuale di questo” ha aggiunto Rao, ricordando la proposta di legge portata avanti con Paolo Gentiloni del Pd e Antonio Palmieri del Pdl durante l’esecutivo Monti. “Maggior fiducia nella politica – ha aggiunto ancora – è possibile se c’è maggiore trasparenza”.
Per Antonio Palmieri, responsabile Innovazione del Pdl “bisogna coinvolgere la Rai per la formazione degli italiani sull’uso di internet, sul programma digitale, e agire sulle classi dirigenti. Serve una grande alleanza per colmare il divario culturale”.
“Non inventiamo però ogni volta daccapo la ruota digitale, non siamo all’anno zero – ha detto Palmieri – Bisogna fare passi avanti per completare il codice digitale dell’amministrazione pubblica e procedere sui decreti attuativi della legge Crescita 2.0″.