“Per intervenire sul digital divide abbiamo trovato 150 milioni di euro di fondi pubblici che pensiamo di triplicare con l’aiuto degli enti locali e dei privati ed entro il prossimo anno pensiamo di poter arrivare ad una copertura quasi totale”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, nel corso del question time al Senato, riferendosi alle risorse disponibili per il piano telematico.
Intanto la commissione Industria del Senato è alle prese con le audizioni della associazioni delle imprese e dei consumatori on vista della conversione in legge del decreto Crescita 2.0. A preoccupare è soprattutto l’eccessivo rimando a decreti attuativi per i singoli progetti. Secondo il presidente di Confindustria digitale, Stefano Parisi “bisogna stringere i tempi sull’iter di Crescita 2.0 e organizzazione dell’Agenzia digitale perché c’è il rischio che si possa rallentare l’intero progetto dell‘Agenda digitale italiana, un progetto di cui il Paese ha estremo bisogno e che deve chiudersi prima della fine di questa legislatura”.
Per Parisi “la calendarizzazione della emanazione della normativa secondaria di dettaglio è un altro aspetto importante e ancora più importante è il rispetto della tempistica”. E’ evidente per il presidente di Confindustria digitale “quanto sia fondamentale realizzare l‘Agenda digitale italiana accelerando anche la fase di definizione dei decreti attuativi”.
Dello stesso avviso anche le associazioni dei consumatori secondo “I provvedimenti attuativi che devono essere emanati dai singoli ministeri o dal loro concerto rischiano di rallentare l’attuazione dell’Agenda”. E per questo chiedono “termini brevi per la loro emanazione”.