Su PagoPA transazioni anche via PayPal. Il servizio di e-payment, supportato da Intesa Sanpaolo, va ad arricchire la gamma dei metodi di pagamento disponibili sulla piattaforma dell’amministrazione, messa a punto dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che consente a cittadini e imprese di effettuare i pagamenti verso la PA, con notevoli vantaggi in termini di velocità e sicurezza.
Con PayPal PagoPA può avvalersi di un ulteriore metodo di pagamento digitale già utilizzato da circa 6 milioni di italiani e da oltre 200 milioni di persone nel mondo. Intesa Sanpaolo è inoltre presente direttamente sulla piattaforma PagoPA con un servizio di pagamento personalizzato che comprende carte di credito, carte prepagate, Internet, cellulare e telefono.
“PagoPA è una di quelle piccole rivoluzioni digitali destinate a cambiare in maniera definitiva le nostre abitudini– sottolinea Federico Zambelli Hosmer, general manager di PayPal Italia – Semplificare attraverso il digitale il modo di pagare i tributi, la mensa scolastica e altri servizi pubblici, significa eliminare le code agli sportelli, i tempi di attesa e contribuire al miglioramento della relazione fra il cittadino e la Pubblica amministrazione. Il nostro obiettivo consiste nel contribuire a colmare il gap digitale che ancora ci separa dal resto dell’Europa e far sì che sempre più italiani utilizzino PayPal almeno una volta al giorno”.
“Agevolare i pagamenti di cittadini e imprese verso la pubblica amministrazione è un capitolo importante e noi – fa eco Stefano Favale, responsabile della direzione Global Transaction Banking di Intesa Sanpaolo – stiamo contribuendo a ogni livello per favorire e incrementare la digitalizzazione del Paese, una necessità impellente per sostenere la crescita e la competitività delle imprese e per garantire ai cittadini servizi efficienti, sicuri, e veloci. In quest’ottica Intesa Sanpaolo ha aderito da tempo al Sistema PagoPA con un’ampia gamma di strumenti di pagamento: carte, bonifici, Internet, cellulare, telefono, ai quali oggi si aggiunge uno strumento già molto usato dal cittadino come PayPal; tutti i servizi di pagamento sono inoltre disponibili sulla nostra piattaforma multicanale”.
Dopo un inizio al ralenti la piattaforma di e-payment pubblico – dal 2013 al 2016 aveva raggranellato poco meno di 800mila transazioni – ha subito una forte accelerazione. Anche per effetto del lavoro del Team Digirale, guidato da Diego Piacentini: l’intenzione del team del commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale è di cambiare passo e raggiungere i dieci milioni di pagamenti entro la fine del 2017 e i trenta milioni nel 2018.
Per Michele Benedetti, Direttore dell’Osservatorio eGovernment del Politecnico di Milano, la notizia “costituisce una novità positiva per lo sviluppo dei pagamenti digitali nei confronti della Pubblica amministrazione”.
“L’adesione di PayPal a PagoPA si inserisce nella serie di iniziative che si stanno portando avanti a livello Paese per ridurre la distanza di comportamento da consumatore a cittadino – spiega Benedetti – L’iniziativa di PayPal potrebbe avere anche l’effetto di promuovere l’adesione a PagoPA di quegli enti locali che ancora non si sono attivati, e non sono pochi”.
Secondo i numeri dell’Osservatorio eGovernment della School of Management del Politecnico di Milano, anche grazie ai cambiamenti nel contesto normativo europeo e italiano si è attivato un trend positivo in tema di pagamenti digitali verso la Pubblica Amministrazione. Nei primi mesi del 2017, su 21 Regioni e Province Autonome, tutte si sono proposte come intermediari tecnologici con l’eccezione di Abruzzo, Molise e Sicilia. Nel 2016 si sono diffuse, grazie alla pratica del riuso, alcune piattaforme regionali: MyPay di Regione Veneto, Payer della Regione Emilia Romagna e Iris di Regione Toscana.
Ad oggi solo il 9% degli enti locali dichiara di non essere a conoscenza di PagoPA, in netta diminuzione rispetto al 2015 (67% del campione); il 59% ha aderito al Nodo dei Pagamenti-Spc contro nessuno nella primavera del 2015. Mediamente, sono 4 i canali offerti dalla PAL ai propri cittadini per effettuare pagamenti (nel 2013 erano solamente 2). Il 6% dei rispondenti ha già reso disponibile ai cittadini il canale pagoPA, anche se sono soprattutto Comuni di grandi dimensioni e situati nel nord del Paese. Crescono anche le richieste di autenticazione per l’effettuazione del pagamento: si passa dal 5% all’11% dei rispondenti (soprattutto Comuni di grandi dimensioni) e nel 13% dei casi l’autenticazione avviene tramite Spid.
“I dati sui Pagamenti alla PA molto incoraggianti ma non significano che il lavoro sia concluso – osserva Laura Vergani dell’Osservatorio – L’adesione prevede come prima attività da parte dell’ente la scelta dei servizi da attivare e un ordine di priorità per la messa in esercizio, ma solo un Comune su due tra quelli che hanno aderito a PagoPA ha già compiuto questa scelta e il principale criterio seguito per compierla è stato quello della facilità di implementazione, seguita dai costi necessari per l’adeguamento dei propri sistemi. Va anche notato che il 79% dei Comuni lamenta il fatto che non ha ricevuto supporto organizzativo/consulenziale dagli enti sovraordinati”.
Uno sprint ulteriore a PagoPA potrebbe arrivare anche dall’adesione del ministero della Salute. “Entro il 2017 pensiamo di poter mettere a regime gli uffici periferici, che al momento non possono utilizzare il sistema del Pago PA. Verranno messi insieme dei servizi utilizzando l’infrastruttura di Aifa”, ha annunciato in audizione in commissione Digitalizzazione, il responsabile della direzione generale della digitalizzazione del ministero della Salute, Massimo Casciello.