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Piccoli comuni, due stanze in meno se il documento è digitale

Il passaggio potrebbe eliminare cirac 640 metri di scaffali. In Emilia Romagna la sperimentazione per la dematerializzazione in collaborazione con Lepida

Pubblicato il 08 Giu 2015

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Circa 640 metri di scaffale, a occhio e croce, un paio di stanzoni disponibili per attività di un deposito: è lo spazio che un Comune di medie dimensioni occupa per appoggiare la carta relativa agli oltre 160.000 documenti prodotti ogni anno per lo svolgimento delle sue funzioni. Un po’ tanto, soprattutto se si pensa al risparmio (di carta, spazio e tempo) che può portare il passaggio alla gestione digitale.

lepidaspa e Regione Emilia-Romagna stanno investendo molto per la semplificazione, la dematerializzazione e continueranno a farlo. Il programma 2015 prevede di affiancare gli enti nel processo di transizione digitale fornendo pacchetti di servizio per la dematerializzazione, decertificazione e amministrazione trasparente, e di collaborare con i fornitori per qualificarli all’erogazione di servizi su piattaforme della PA, proponendo percorsi per acquisire le competenze necessarie. La posta in gioco è alta, sul piano dei risparmi: con 160.000 documenti gestiti all’anno, il risparmio medio per un Comune derivante dalla dematerializzazione è diverse migliaia di euro: il risparmio è tanto più alto quanto più si va a colmare il divario tra gestione analogica e gestione digitale.

La proposta di lepidaspa agli enti è chiara: proporre “pacchetti”, che, a seconda dei bisogni, combinino gli elementi più opportuni in funzione dell’ambito di lavoro dell’amministrazione stessa. Così, i pacchetti “Trasparenza e Gestione” istanze on-line consentono il dialogo con il cittadino, i pacchetti “Zero Carta” e quelli “Gare Digitali” e “Contratti Digitali” rispondono all’obiettivo della gestione interamente digitale delle procedure, mentre i pacchetti “Condivisione documenti” e “Condivisione dati” (fascicolo del cittadino, impresa e immobile) rispondono all’obiettivo della decertificazione, e infine i pacchetti “SiedER” sono dedicati all’edilizia on-line. I pacchetti rispondono ai bisogni degli enti, sono sostenibili, veloci e facili da adottare: occorre solo che l’Ente sia consapevole del processo di transizione digitale e sia convinto di intraprenderlo. Nel “pacchetto” sono ricomprese sia soluzioni a riuso che soluzioni di mercato qualificate e l’integrazione tra le componenti, sempre con l’obiettivo di innovare attraverso il cambiamento delle prassi operative. Entro lo scorso 8 maggio gli enti potevano manifestare l’interesse ad aderire ai pacchetti così da poter poi avviare le attività ad essi collegate entro l’estate e poter raggiungere risultati e benefici concreti per la fine dell’anno.

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