Una manovra che non guarda allo sviluppo del Paese e che rischia di mandare in crisi anche l’occupazione. Cgil, Cisl e Uil criticano aspramente il ddl Stabilità e chiedono di invertire la rotta, anche rimettendo al centro le politiche per il digitale.
Nei 10 ambiti identificati dai sindacati – si va dallo sviluppo economico e lavoro, a sanità, fisco, previdenza, welfare, politiche sociali, Mezzogiorno, lotta alla povertà, istruzione e pubblica amministrazione – l’innovazione gioca un ruolo cruciale, essendo considerata “una leva di crescita imprescindibile”, dicono dalla Cgil a CorCom.
Entrando nel dettaglio, sul fronte sviluppo e occupazione, si chiede di programmare un graduale incremento degli investimenti pubblici fino al 6% del Pil e aprire una discussione in Europa per lo scomputo degli investimenti pubblici dal deficit. Mosse – secondo i sindacati – che faciliterebbero lo sviluppo delle reti digitali.
Innovazione al centro anche della riforma fiscale e della lotta all’evasione. Cgil, Cisl e Uil chiedono di rendere tracciabili tutti i pagamenti, attraverso l’utilizzo della moneta elettronica e portando a 1000 euro il limite per i pagamenti in contanti. “Serve – si legge nel documento – trasmettere automaticamente fattura elettronica e tutte le transazioni a Sogei ed all’anagrafe fiscale e incrociare le banche dati della PA”.
Focus anche sul Mezzogiorno per il quale si chiede un impegno speciale per la messa in opera di un piano per la infrastrutturazione energetica e digitale. Necessario anche un rifinanziamento e una proroga fino al 2021 del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, soprattutto digitali.
Per migliorare il sistema degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive, insieme a un rafforzamento del sistema Anpal si propone di “realizzare un sistema informativo unico ed efficiente” per incrociare i dati dei centri dell’impego su tutto il territorio nazionale e facilitare il matching tra domanda e offerta di lavoro.
C’è poi il capitolo istruzione e conoscenza: Cgil, Cisl e Uil ritengono utile adottare un Piano nazionale di garanzia delle competenze e potenziare l’offerta formativa terziaria professionalizzante, in particolare degli Its.
Infine la PA dove si chiedono assunzioni in breve tempo, con un occhio soprattutto all’iniezione di esperti digitali.