Agenda digitale per tutte Regioni entro 2021. L’appello arriva da Sebastiano Callari, assessore ai Sistemi Informativi del Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Commissione speciale Agenda Digitale della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.
“Per riuscire a sfruttare l’occasione rappresentata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza tutte le Regioni devono dotarsi di un’Agenda Digitale entro il 2021 – ha spiegato nell’ultima seduta della Commissione per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione della Conferenza delle Regioni – È fondamentale che ogni Amministrazione regionale abbia un piano strategico sulla promozione dell’economia digitale del proprio territorio per utilizzare in modo adeguato le risorse provenienti dall’Unione europea. Al fine di non perdere questo treno è necessario accelerare e superare i tempi finora imposti da sistemi divenuti nel tempo eccessivamente burocratici”.
Callari ha inoltre annunciato che il Friuli Venezia Giulia sarà una delle quattro amministrazioni, assieme a Emilia Romagna, Lombardia e Puglia che, su mandato della Conferenza delle Regioni, faranno parte del gruppo di lavoro in seno al Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione Digitale (Mitd) per lo sviluppo del Fascicolo sanitario elettronico. L’assessore ha rimarcato che “la realizzazione del Fascicolo sanitario elettronico, rientra tra i progetti previsti del Pnrr. L’obiettivo è la definizione, entro l’estate, di un piano operativo dettagliato sulle misure che dovranno essere adottate per la sua concretizzazione. In tale senso, il Friuli Venezia Giulia è all’avanguardia essendosi dotata già da tempo del sistema Sesamo; contiamo quindi di dare un contributo rilevante attraverso un’esperienza concreta, per favorire l’adozione di strumenti analoghi anche nel resto del Paese”.
Pnrr e Transizione digitale, le considerazioni delle Regioni
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza individua circa 50 miliardi di euro sulla Missione 1 – Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura che in modo prioritario sviluppa azioni in ambito di digitalizzazione, in seconda battuta descrive in molte delle ulteriori Missioni interventi che sono più o meno fondati su digitale e tecnologia. Le Regioni mettono in evidenza come l’impianto complessivo del Pnrr sia fondato su una visione fortemente centralizzata che, pur rispondendo, in linea teorica, a un generale principio di economie di scala e di rete, difficilmente potrà corrispondere positivamente alla necessità di implementare nei tempi dati e nei volumi prospettati gli obiettivi di transizione digitale del Paese.
“A tal proposito le Regioni e Province Autonome propongono di inserire nel testo, quale modalità attuativa opzionale ma esplicita, il ricorso ad Accordi Quadro e Intese in ambito di Conferenza Stato-Regioni nei quali siano definiti obiettivi e tempi di realizzazione, qualora necessario, differenziati su scala regionale e in funzione delle caratteristiche dei territori e dei contesti esistenti unitamente al riparto delle risorse disponibili- si legge nel documento – Sarà così compito delle Regioni e Province Autonome creare le condizioni e gli assetti territoriali (in alcuni casi già esistenti) per garantire l’attuazione nei tempi e con i risultati concordati”.
Regioni e Province Autonome segnalano la loro disponibilità e capacità di intervenire sui seguenti ambiti oggetto del Pnrr:
- Digitalizzazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione;
- Competenze digitali di cittadini e imprese;
- Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo;
- Infrastrutture (Banda Ultra Larga, 5G, reti IOT);
- Servizi digitali nei vari settori di competenza (sanità, trasporti, turismo, cultura, ecc…).
Focus anche sulle risorse economiche che, secondo le Regioni, non sempre risultano commisurate agli obiettivi fissati: a titolo esemplificativo si citano le risorse per l’azzeramento del “digital divide” infrastrutturale, per interventi mirati al miglioramento delle competenze digitali della popolazione nazionale come per la “transizione digitale” della Pubblica Amministrazione. Su questo punto si suggerisce di prevedere un dettaglio più puntuale su: risultati attesi, indicatori numerici, stima di fabbisogni e risorse necessarie.
Per quanto riguarda la governance invece Regioni, Comuni e Privince, hanno incassato un primo successo: è stato approvato nel Dl Semplificazioni l’emendamento che chiedeva una presenza permanente dei rappresentati dei territori nel nuovo Comitato interministeriale per la Transizione digitale che ha in capo la gestione e il monitoraggio dei progetti digitali identificati nel Pnrr.