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Pnrr, il governo accelera sulla “nuova” sanità digitale: sul piatto oltre 18 miliardi

Prende il via l’iter di attuazione della missione Salute: il 41% delle risorse al Mezzogiorno. Due le aree di azione: telemedicina e innovazione del sistema sanitario nazionale

Pubblicato il 21 Feb 2022

Pnrr Salute

Prende il via l’iter di attuazione degli interventi della Missione salute del Pnrr: sono state suddivise fra le Regioni le risorse, pari a quasi 18,5 miliardi di euro, destinate agli interventi del Piano nazionale ripresa e resilienza e del Pnc, il Piano per gli investimenti complementari, la cui attuazione è affidata alle amministrazioni regionali. L’iter può avere inizio adesso grazie alla registrazione del decreto ministeriale di ripartizione (varato il 20 gennaio 2022).

Si tratta, come chiarisce il ministero della Salute, “nel complesso di oltre 8 miliardi e 42 milioni di euro, di cui il 41,1% destinato alle Regioni del Mezzogiorno”.

Gli interventi sono suddivisi tra “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”; e “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale”.

Sanità, le aree di intervento. Ci sono anche le competenze

La Componente 1, che ha una dotazione di 7 miliardi e riguarda le “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” e prevede: la realizzazione di 600 Centrali operative territoriali entro il primo semestre 2024; la realizzazione di 1.350 Case della comunità; la realizzazione di 400 Ospedali di comunità entro il primo semestre del 2026.

Per la Componente 2 (8,63 miliardi) “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale” sono previsti: la sostituzione di 3100 grandi apparecchiature entro la fine del 2024; l’ultimazione di 280 interventi di digitalizzazione di Dea (Dipartimenti di emergenza e accettazione) di I e II livello entro il 2025; l’ultimazione di 109 interventi di antisismica, cui si aggiungono ulteriori 220 interventi finanziati con le risorse del Pnc; l’adozione da parte delle Regioni di 4 nuovi flussi informativi – nell’ambito del nuovo sistema informativo sanitario Nsis – relativi alla riabilitazione territoriale, ai servizi di assistenza primaria, agli ospedali di comunità e ai consultori familiari, entro il 2025; lo sviluppo di competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali per 293.386 dipendenti del Servizio sanitario nazionale entro il primo semestre 2026.

Per il rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica ci sono sul piatto 1,67 miliardi. Obiettivo cruciale è il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) tramite la piena integrazione di tutti i documenti sanitari e tipologie di dati, la creazione e implementazione di un archivio centrale,  l’interoperabilità e piattaforma di servizi, la progettazione di un’interfaccia utente standardizzata e la definizione dei servizi che il Fse dovrà fornire.

Il Nuovo sistema informativo sanitario (Nsis)

Lo scopo del progetto è anche il rafforzamento del Nuovo sistema informativo sanitario (Nsis), ovvero dell’infrastruttura e degli strumenti di analisi del Ministero della salute per il monitoraggio dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) e la programmazione di servizi di assistenza sanitaria alla popolazione che siano in linea con i bisogni, l’evoluzione della struttura demografica della popolazione, i trend e il quadro epidemiologico.

Si punta a creare anche una piattaforma nazionale dove domanda ed offerta di servizi di telemedicina forniti da soggetti accreditati possa incontrarsi. Il progetto assorbe risorse per un totale di 0,29 miliardi di euro. In particolare, per il potenziamento dell’infrastruttura centrale si prevede una spesa di 0,09 miliardi  destinata -dopo l’espletamento di apposita procedura di gara entro la metà del 2022 – al completamento e potenziamento della piattaforma open data, alla creazione di strumenti di analisi e report per il monitoraggio, alla vigilanza e al controllo dell’attività sanitaria a livello nazionale, nonché al sostenimento dei costi di manutenzione evolutiva.

La strategia dell’Italia

L’esperienza della pandemia ha evidenziato “l’importanza di poter contare su un adeguato sfruttamento delle tecnologie più avanzate, su elevate competenze digitali, professionali e manageriali, su nuovi processi per l’erogazione delle prestazioni e delle cure e su un più efficace collegamento fra la ricerca, l’analisi dei dati, le cure e la loro programmazione a livello di sistema”, si legge nel Piano redatto dall’Italia per la ripresa e la resilienza. “La strategia perseguita con il Pnrr è volta ad affrontare in maniera sinergica tutti questi aspetti critici. Un significativo sforzo in termini di riforme e investimenti è finalizzato ad allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in ogni area del Paese. Una larga parte delle risorse è destinata a migliorare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche, a promuovere la ricerca e l’innovazione e allo sviluppo di competenze tecnico-professionale, digitale e manageriali del personale”.

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