E-JUSTICE

Processo telematico, gli avvocati: “La copia cartacea è dannosa”

La Fondazione per l’Innovazione forense in campo per affiancare gli ordini professionali. Gli avvocati della Fiif chiedono lo switch off digitale. “Il doppio regime carta-digitale non ha alcun senso ed è diseducativo. Confonde le idee ai professionisti e non consente una svolta vera”

Pubblicato il 22 Lug 2014

processo-telematico-140512123613

Il processo civile telematico è salpato il 30 giugno, anche se la traversata per arrivare alla vera e propria dematerializzazione del fascicolo giudiziario sarà ancora lunga. Ma l’aver messo in discussione l’approccio totalmente cartaceo, disponendo l’uso esclusivo dell’online per le notifiche dei decreti ingiuntivi, crea intanto una breccia in un sistema in cui le prime resistenze sono spesso, prima che “tecniche”, di natura psicologica. “La prima criticità è quella mentale – conferma Fabrizio Sigillò, avvocato civilista, consigliere con funzioni di referente informatico dell’ordine degli avvocati di Catanzaro e studioso di scienze delle nuove tecnologie – L’avvocato è sempre restio all’aggiornamento, ancora di più se elettronico e telematico. È un problema squisitamente psicologico, ed è nativo della classe forense. C’entra il timore di sbagliare, anche se i programmi sono testati per evitare errori, e non consentono di procedere nell’invio delle buste elettroniche in presenza di incongruenze o dati mancanti”.

Anche per risolvere questo problema il ministero ha lavorato negli ultimi mesi fianco a fianco con le associazioni degli avvocati e dei magistrati, e i risultati di questo lavoro iniziano a vedersi. “Sul lato depositi – continua Sigillò – alcuni tribunali iniziano a rigettare decreti ingiuntivi cartacei presentati dopo il 30 giugno”.
Temi che sono stati sviscerati nei tavoli che hanno accompagnato e continueranno ad accompagnare l’entrata in vigore del processo telematico, e a cui hanno preso parte i componenti del gruppo di lavoro della Fiif (Fondazione Italiana per l’Innovazione Forense) del Consiglio Nazionale Forense. “Dal punto di vista della struttura il sistema ha retto l’impatto senza problemi – afferma Daniela Dondi, consigliere segretario dell’Ordine degli Avvocati di Modena – Poi le resistenze, soprattutto davanti a un cambiamento epocale come quello che stiamo vivendo, sono fisiologiche. Da febbraio stiamo affiancando gli Ordini che ci chiedono collaborazione e abbiamo visto che dopo una corretta formazione anche i timori svaniscono”.

Dal canto proprio i giudici dell’Anm, nel documento di proposta conclusivo del tavolo tecnico avviato dal ministero della Giustizia, pur pienamente consapevoli della portata storica di semplificazione e di “modernizzazione” delle nuove norme, evidenziano la carenza di dotazioni strumentali “per garantire il regolare funzionamento del servizio”, e ribadiscono “l’esigenza che i giudici possano continuare ad avvalersi della consultazione cartacea degli atti”.
Ma gli avvocati rifiutano il “doppio binario” cartaceo-digitale, anche se si trattasse di “copie di cortesia”. “Quasi tutti i tribunali hanno sottoscritto un protocollo tra l’ordine degli avvocati locale, i magistrati e le cancellerie, e le differenze non sono eclatanti – continua Dondi – Ma ci siamo posti l’obiettivo di arrivare a redigere il protocollo nazionale unico che entri in vigore prima dell’obbligatorietà del 31 dicembre”.

“Ogni sede di tribunale ha le sue particolarità – sottolinea Andrea Pontecorvo, avvocato del Foro di Roma e componente della Fiif – dall’orario di apertura delle cancellerie alle prassi di gestione delle udienze – Ogni sede, con il consiglio dell’ordine degli avvocati del luogo, aveva sviluppato la propria “best practice” locale. Adesso tutto questo non avrà più motivo di essere. Io da Roma non voglio informarmi sulla prassi locale di Termini Imerese o Verbania: dovrà essere sufficiente attenersi alle regole tecniche e sostanziali. Molto è stato risolto dall’adozione del decreto 90 del 2014, per il quale, come Fiif, ci battiamo non soltanto per ottenere la conversione in legge, ma anche un salto di qualità sulle criticità già segnalate all’ufficio legislativo del ministero”.

Quanto al mantenimento delle copie cartacee, il no degli avvocati è netto: “Non ha nessun senso disporre un’obbligatorietà del deposito telematico se contestualmente c’è l’obbligo di fare anche il deposito cartaceo – afferma Maurizio Reale, consigliere segretario dell’Ordine degli Avvocati di Teramo e referente per il Cnf del progetto “Gol – Giustizia OnLine”. Riteniamo che sia anzi diseducativo: oltre a confondere le idee ai professionisti, non sarebbe la strada giusta per far sì che chi deve utilizzare questi strumenti prenda atto del fatto che c’è stata una svolta, e che non è possibile tornare indietro se non per casi eccezionali”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati