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Radaelli (Anitec): “La PA faccia da driver alla rivoluzione digitale”

Secondo il presidente di Anitec le “fondamenta” dell’Agenda digitale sono state posate, “ora bisogna darsi da fare affinché l’edificio sorga il prima possibile”. Determinante il ruolo della pubblica amministrazione “ma anche le imprese devono continuare a fare la loro parte”

Pubblicato il 02 Gen 2013

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“Le fondamenta le abbiamo posate. Ora però non bisogna fermare il cantiere. Anzi, bisogna darsi da fare affinché l’edificio sorga il prima possibile”. È con questa metafora che Cristiano Radaelli, presidente di Anitec, descrive l’iter dell’Agenda digitale italiana in un’intervista ad Agendadigitale.eu.

“Il governo Monti è riuscito a mettere a segno la prima grande azione di un certo rilievo in materia di digitalizzazione. Ma il rischio concreto è che il tutto passi alla storia come un bel manifesto e basta”. Secondo Radaelli è arrivato il momento di darsi una vision Paese. E il presidente di Anitec punta il dito contro la “mancanza di organicità”: c’è molta carne al fuoco, numerose le iniziative presentate “ma alcune sono allo stato embrionale e altre in stato avanzato. Ma quel che davvero manca è una visione aggregata”. “Al Paese – continua – serve un cambio culturale e di processi che deve essere governato e organico e deve coinvolgere tutti gli attori della filiera: pubblica amministrazione, imprese, scuola e cittadini”.

La pubblica amministrazione rappresenta, secondo Radaelli, una leva importante: “Può e deve fare da driver alla rivoluzione digitale, andando a incidere proprio sul cambio di mano in senso culturale, di alfabetizzazione della popolazione. La PA italiana è fra le prime in Europa riguardo alla quantità di servizi di e-gov attivati, di app online disponibili. Il problema però è che nel nostro Paese il processo non è end-to-end: non si può pensare di offrire un servizio ‘monco’ al cittadino, costringendolo di fatto a recarsi presso gli sportelli per completare la procedura. Bisogna fare in modo che tutto il processo si possa svolgere per via telematica, altrimenti il beneficio non esiste”.

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