Già da tempo diversi laboratori, cliniche e ospedali offrono
servizi di refertazione elettronica di esami clinici. Ma è
necessario che questo importante ed innovativo processo di
ammodernamento tecnologico della sanità pubblica e privata
proceda seguendo regole rigorose, tanto più in mancanza di una
normativa che disciplini questa nuova modalità di consegna.
Proprio a questo scopo il Garante per la protezione dei dati
personali ha approvato specifiche “Linee guida in tema di
referti on line” che individuano misure e accorgimenti a
garanzia dei cittadini, sia per quanto riguarda la ricezione del
referto via mail, sia nel caso in cui il paziente ricorra al
download degli esami clinici direttamente dal sito web della
struttura sanitaria.
Su tali Linee guida l’Autorità ha avviato una consultazione
pubblica, che si concluderà il 30 settembre, per acquisire,
prima della definitiva adozione, osservazioni e commenti da parte
di organismi e professionisti sanitari pubblici e privati, medici
di base, pediatri, organismi rappresentativi, associazioni di
pazienti.
Questi i punti principali stabiliti dalle Linee guida.
L’adesione al servizio dovrà essere facoltativa e il referto
cartaceo rimarrà comunque disponibile. L’assistito dovrà dare
il suo consenso sulla base di una informativa chiara e
trasparente che spieghi tutte le caratteristiche del servizio di
refertazione on line.
Le strutture che offrono la possibilità di archiviare e
continuare a consultare via web i referti dovranno fornire una
ulteriore specifica informativa e acquisire un autonomo
consenso.
Il referto dovrà essere accompagnato da un giudizio scritto e
dalla disponibilità del medico a fornire ulteriori indicazioni
su richiesta dell’interessato. Indagini particolarmente
delicate, come quelle genetiche, anche prenatali, per le quali la
normativa prevede la necessità di assicurare una consulenza
medica appropriata, dovrebbero essere escluse dal servizio di
refertazione on line.
Le linee guida prevedono infine, che i referti restino a
disposizione on line per un massimo di 30 giorni. Si prescrivono,
inoltre, elevate misure di sicurezza tecnologica, quali
l’utilizzo di standard crittografici, sistemi di autenticazione
forte, convalida degli indirizzi e-mail con verifica on line, uso
di password per l’apertura del file.