Nel Lazio l’obbligo di ricetta elettronica “continua a creare difficoltà operative e il sistema informatico presenta lacune che vanno colmate prima di sanzionare i camici bianchi”. Così in una nota l’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma che chiede una “proroga dei termini inizialmente previsti dal provvedimento di legge e un tavolo tecnico con la Regione per rappresentare i problemi riscontrati nella pratica quotidiana e individuare soluzioni condivise”.
Il termine iniziale fissato per l’entrata in vigore di tale obbligo è “già slittato dal 30 giugno al 1 ottobre scorso e una recente circolare del Tesoro ha richiamato fermamente le amministrazioni regionali a sanzionare i medici in caso di mancato invio”. L’Ordine però sottolinea che, allo stato attuale, “il sistema informatico determina in numerosi casi l’impossibilità di effettuare correttamente e tempestivamente l’invio. Da qui la richiesta di una nuova proroga del termine e di un confronto con gli uffici tecnici della Regione”. Peraltro la stessa circolare del Tesoro “non ipotizza sanzioni per le amministrazioni inadempienti” e le sanzioni “ricadono solo sui medici e il disservizio sui loro pazienti”.
Nel decreto Crescita 2.0 una capitolo consistente è dedicato alla sanità digitale. Nello specifico l’articolo 13 si scadenza il procedimento di dematerializzazione della ricetta medica disciplinato dal decreto del Mef del 2 novembre 2011, prevedendo – si legge nel dl – “che le Regioni provvedano alla graduale sostituzione delle ricette cartacee per almeno il 60% nell’anno 2013, l’80% nel 2014 e il 90% nell’anno 2015”.