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Ricetta elettronica, il Veneto risparmia 3,2 milioni l’anno

A tanto ammontano i vantaggi economici stimati dal consorzio Arsnàl.it. E la Regione spinge anche sul fascicolo sanitario digitale

Pubblicato il 27 Mag 2014

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Oltre l’85% dei medici di medicina generale in Veneto oggi è collegato in rete ed eroga ricette dematerializzate. E’ uno dei risultati del percorso di digitalizzazione delle prescrizioni che, nel caso della ricetta farmaceutica, una volta a regime, permetterà al sistema sanitario regionale veneto di risparmiare oltre 3,2 milioni di euro l’anno. Questo è il beneficio economico quantificato da Arsenàl.IT, il Centro Veneto Ricerca Innovazione per la Sanità Digitale che coordina in Veneto l’attività nell’ambito della realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico regionale (Fser).

Costruire e avviare il processo di dematerializzazione della ricetta rossa rappresenta infatti uno dei tasselli fondamentali del percorso di realizzazione del Fser in Veneto perché offre l’occasione di generare il primo nucleo aggregato e organizzato di dati digitali dell’assistito.

La ricetta dematerializzata è frutto della digitalizzazione del processo di produzione ed erogazione delle ricette generato grazie ad un collegamento telematico tra medici, azienda sociosanitaria di riferimento, farmacie, Regione e Ministero dell’Economia. Un sistema che, in linea con le norme regionali e nazionali in materia, offre soprattutto un’occasione per migliorare il servizio direttamente al cittadino.

Arsenàl.IT, consorzio per la sanità digitale di tutte le ULSS e aziende ospedaliere del Veneto, ha calcolato che grazie alla ricetta dematerializzata il sistema sanitario regionale risparmierà ogni anno 3.244.901 euro, tenendo conto dei costi cessanti (relativi al costo-opportunità del personale delle aziende, delle ricette e dei servizi di gestione della ricetta cartacea). Tutto ciò è possibile grazie alla messa in rete dei medici di medicina generale (3.332) e dei pediatri di libera scelta (580): oggi l’85% del totale risulta collegato in rete e in grado di condividere la ricetta dematerializzata con gli attori del sistema.

La novità non implica modifiche particolari per il cittadino che, in cambio della propria richiesta di prescrizione farmaceutica, tra qualche settimana riceverà hun promemoria bianco contenente gli identificativi della ricetta dematerializzata (Nre e numero di tessera sanitaria). Con questo può recarsi alla farmacia preferita e ricevere il farmaco prescritto dal proprio medico. Non avendo valore legale come in precedenza la ricetta rossa, il promemoria serve esclusivamente come fonte di riferimento e, in questa fase di transizione, assicura che non vi siano disservizi. In futuro l’utente potrà memorizzare gli identificativi sul supporto preferito incluso il proprio smartphone. Dalla seconda metà del 2014 la dematerializzazione sarà estesa alle prescrizioni specialistiche. Il processo di digitalizzazione sarà chiuso nel 2015 quando la ricetta rossa scomparirà del tutto.

Tutto questo garantisce agli assistiti del sistema sanitario veneto maggiore sicurezza, tempi più rapidi nell’erogazione dei servizi e contenimento della spesa sanitaria. In Veneto, dove abitano poco meno di 5 milioni di persone, ogni anno vengono prodotte circa 60 milioni di prescrizioni, delle quali 40 milioni di farmaceutiche e 20 milioni di specialistiche.

La Regione Veneto sta attuando la dematerializzazione della ricetta come prima tappa del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico regionale, iniziativa coordinata da Arsenàl.IT, che, attraverso una complessiva riorganizzazione dei sistemi informativi sanitari di ogni azienda, sta rivoluzionando i servizi di cura al cittadino al fine di garantire una assistenza sociosanitaria più puntuale, efficiente e sostenibile.

Il Veneto ha investito 12 milioni di euro per costruire l’infrastruttura che dal 2015 permetterà di rendere disponibile agli operatori la storia clinica degli utenti in formato digitale, offrendo migliori servizi e coinvolgendo l’assistito direttamente nel proprio percorso di cura. Un progetto nato come una vera sfida e avviato nel 2012, che oggi coinvolge circa mille operatori di tutte le 23 aziende sociosanitarie e ospedaliere pubbliche del Veneto.

“Il modello che il Veneto ha scelto per realizzare il Fascicolo Sanitario Elettronico regionale rende protagonisti dell’innovazione in sanità gli operatori – sottolinea Claudio Dario, presidente di Arsenàl.IT e direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova – una scelta avvalorata dal rapporto OASI 2013 che evidenzia come l’approccio bottom-up consenta ampia condivisione tra chi opera nella sanità e, quindi, maggiori possibilità di successo. Elementi fondamentali la realizzazione di un network e la capacità di cercare risorse al di là di quelle messe a disposizione dal Sistema Sanitario Nazionale”.

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