L'ANNUARIO

Riforma Madia, le competenze vero banco di prova

Indagine FPA: valorizzare i dipendenti pubblici, sbloccare il turn over e aggiornare le skill per far funzionare i progetti. Finora solo il 21% dei lavoratori ha riscontrati cambiamenti “apprezzabili”. Mochi Sismondi: “Restuire valore al lavoro nella PA. “. Presentato anche l’Annual Report 2017. Dominici: “Il prossimo governo metta l’innovazione al centro”

Pubblicato il 11 Dic 2017

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La Riforma Madia è conclusa, i processi di attuazione sono in corso e se saranno efficaci un cambiamento nel rapporto tra la PA e i cittadini e le imprese ci sarà, così come un rinnovamento organizzativo e di governance istituzionale. C’è un “ma”: se si vuole che questa riforma cammini e produca risultati efficaci, il prossimo Governo dovrà investire sulle persone e sulle loro motivazioni, dunque dovrà valorizzare i dipendenti pubblici che ci sono e sbloccarne il turn over con l’assunzione di nuovi profili, formarli e aggiornarne le competenze. Senza questi tre ingredienti non ci sarà alcuna innovazione radicale della PA, ma solo un lento processo di adattamento all’innovarsi dell’economia, della società, delle tecnologie, della cultura.

È questo il risultato più interessante dell’indagine “Riforma Madia: un bilancio di fine legislatura” condotta lo scorso mese attraverso un questionario online da FPA, società del gruppo Digital360, su un panel di 600 tra operatori della PA e stakeholder istituzionali iscritti alla sua community.

“Un sereno bilancio della riforma della PA a fine legislatura, assieme all’analisi della percezione che di essa hanno i suoi dirigenti – spiega infatti Carlo Mochi Sismondi, Presidente di FPA – ci conferma che perché i suoi effetti siano rilevanti e percepiti dai cittadini e dai lavoratori pubblici è necessario investire sulle persone, su un massiccio programma di sviluppo delle risorse umane, su una campagna di reclutamento di giovani talenti e di nuovi profili professionali, sull’impegno a restituire valore e dignità al lavoro pubblico.”

L’indagine è stata presentata oggi a Roma insieme all’Annual Report 2017, un ampio volume che descrive i principali processi riguardanti la Pubblica Amministrazione nell’ultimo anno attraverso l’analisi di FPA e gli interventi di accademici, politici, amministratori ed esperti di tecnologia: lavoro pubblico, trasparenza, partecipazione, semplificazione, nuovo codice dell’amministrazione digitale sono alcuni dei tanti temi presi in esame.

“Il report ci restituisce l’immagine di una PA che, nell’anno che svolge al termine, ha portato avanti soprattutto politiche di assestamento, muovendosi lentamente verso traguardi di modernità che però appaiono ancora troppo lontani – commenta Gianni Dominici, Direttore generale di FPA -. Abbiamo bisogno di più coraggio. L’auspicio è che la prossima legislatura metta al centro l’importanza strategica per il nostro paese di una pubblica amministrazione rinnovata e competitiva, che può trovare nelle nuove tecnologie un formidabile alleato”.

Ogni anno, dal 2015, FPA chiama a raccolta il proprio bacino di riferimento per capire cosa succede “dall’altra parte della norma”. Quest’anno, l’interesse si è appuntato sulla Riforma Madia, il cui impianto normativo si è concluso: tutti i decreti hanno terminato l’iter per l’approvazione definitiva con la sola eccezione di due deleghe (dirigenza e servizi pubblici locali) rispetto alle quali sono stati lasciati scadere i termini. Ventuno sono dunque i decreti complessivamente approvati dal 2015 ad oggi su ambiti e aspetti differenti, ma tutti centrali perché si concretizzi il tanto atteso cambiamento della PA.

Ma come vedono i dipendenti pubblici questa riforma? La conoscono? Ne percepiscono gli effetti? Secondo il sondaggio, sì: l’84% di chi ha risposto non ne ha solo sentito parlare, ma ne conosce l’impianto normativo e almeno un decreto.

Semplificazione amministrativa, Cad, Foia e le novità in fatto di provvedimenti disciplinari sono le materie su cui sostanzialmente tutto il panel dei partecipanti all’indagine può dirsi competente. Un po’ più di nicchia quelle relative al riordino delle Camere di commercio (sconosciuto per il 39,2%) e delle partecipate (sconosciuto per il 21,3%).

Gli effetti della riforma si sono già visti in qualche misura? A questa domanda, il 29% degli intervistati ha risposto che è tutto come prima, il 50% che ha visto degli effetti ma non apprezzabili, mentre il 21% ha dichiarato che gli effetti si sentono: sono sufficientemente rilevanti (9%) o rilevanti e positivi (12%).

Gli intervistati si sono poi espressi sulle azioni di accompagnamento. Sono 32 i progetti avviati sul Pon Governance, e oltre 270 i milioni di euro assegnati per modernizzare la Pubblica Amministrazione, attuare l’Agenda Digitale e rafforzare la governance multilivello, ma ancora poco è arrivato nelle amministrazioni, e ai dipendente della PA locale e centrale, in termini di formazione, comunicazione e strumenti di supporto: il 26% del panel dichiara di non aver visto nessuna azione di accompagnamento, il 52% di averne viste, ma ancora inadeguate ai fabbisogni, mentre per il 22% queste azioni sono sufficientemente adeguate (10%) o del tutto adeguate (12%).

Le persone che hanno visto o beneficiato di azioni di accompagnamento al cambiamento sono dunque il 22%, sostanzialmente la stessa percentuale di coloro che hanno dichiarato di poter già osservare alcuni effetti dei processi di riforma (21%). A riprova del fatto che se il cambiamento viene accompagnato e sperimentato, non imposto e “appiccicato”, allora qualcosa accade.

Sull’accompagnamento dunque qualcosa si muove, ma sono ancora da utilizzare circa 560 milioni di euro del PON Governance: gli intervistati da FPA li investirebbero in formazione (31%), sblocco del turn over e rinnovo della dirigenza (16%), completamento della digitalizzazione in termini di infrastrutture e tecnologie (15%), ma anche incentivazione e valorizzazione dei dipendenti pubblici, interventi di change management, sistemi di valutazione dei risultati per le organizzazioni pubbliche e delle performance per i suoi dipendenti, miglioramento della governance multi-livello e del sistema dei controlli e, infine, scambio di buone pratiche e progetti di riuso.

Ovviamente, secondo gli intervistati, sono gli stessi ambiti di riforma che dovranno essere messi sul tavolo del prossimo Governo, in modo che se ne occupi da subito: in ordine di importanza, al primo posto viene la motivazione e la valorizzazione dei dipendenti pubblici, seguita dallo sblocco del turn over, dall’assunzione di nuovi profili, dalla formazione e aggiornamento dei dipendenti pubblici. Successivamente, si chiede il completamento del processo di digitalizzazione, la riforma del reclutamento del pubblico impiego e della dirigenza e il nuovo assetto della governance locale.

Al panel di FPA è stato anche chiesto di esprimere dei consigli. Uno in particolare rende bene il senso della strada che occorre compiere: “Restituire dignità ai dipendenti è gratis. Non trattarli come un peso sociale, non considerare i loro stipendi come se fossero ammortizzatori sociali, difenderli dalle generiche accuse di un’opinione pubblica incattivita che li considera parte di uno Stato che sembra un nemico: questo basterebbe a motivare”.

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