LA LETTERA

Riforma PA, 3mila e-mail alla Madia: “C’è voglia di cambiare”

Tanti i contributi arrivati al ministro Marianna Madia dopo l’avvio della consultazione pubblica: “Presto illustreremo le proposte che abbiamo ricevuto”

Pubblicato il 02 Mag 2014

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Sono già “oltre 3mila” le mail “giunte a rivoluzione@governo.it in due giorni con il primo maggio di mezzo. Tante proposte e voglia di fare la riforma della PA. Così il ministro Marianna Madia su twitter commenta la consultazione pubblica avviata in vista della riforma. “Presto presto cominceremo a raccontare le proposte per #riformapa dei cittadini”, ha annunciato il ministro.

Per stimolare la discussione sul progetto di riforma il governo ha inviato una lettera ai dipendenti pubblici dove si elencano i punti chiave.

Tra i pilastri del progetto di riforma della PA ci sono le tecnologie a servizio della PA. A cominnciare dal pin unico per accedere ai servizi pubblici nell’ambito di una iniziativa più ampia sull’dentità digitale. Riflettori anche sugli open data – in particolare verrano aperti i dati del sistema Siope – e interoperabilità delle banche dati. Si punta ad accelerare il processo di dematerializzazione dei documenti amministrativi per favorirne la

Sul fronte dirigenti e personale, l’esecutivo propone l’introduzione di un ruolo unico dirigenziale, senza più la divisione in prima e seconda fascia. Si stringeranno poi le maglie per la valutazione delle performance dei dirigenti statali, con un tetto agli stipendi massimi di 240mila euro.

Uno dei punti della riforma prevede ancora “la possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico oltre un determinato termine”. La riforma della Pa “attuata in modo rigido, comporta la possibilità a zero euro di immissione di diecimila posti di lavoro per i giovani nella pubblica amministrazione”, promette Renzi, “attraverso l’abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio”, ovvero la possibilità di restare sul posto di lavoro anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile. Di “ringiovanimento selettivo e strategico” parla, sul tema, Madia.

Quest’ultima apre alla possibilità dei prepensionamenti, ma “ci sono cose che si possono fare prima”, come appunto abrogare il trattenimento in servizio. Per l’efficienza serve “una mobilità che funzioni, sia volontaria che obbligatoria ma con un il mantenimento dei livelli retributivi e salvaguardando la dignità dei lavoratori per quanto riguarda la distanza tra casa e luogo di lavoro”. In rampa di lancio anche “la riduzione del 50 per cento dei permessi sindacali”. Sullo sblocco del turn over, attualmente al 20% (un ingresso ogni cinque uscite), Madia punta a “sbloccarlo al massimo, ma in modo strategico con entrate selettive per le amministrazioni che hanno fabbisogni e obiettivi che necessitano nuove entrate”.

Sul fronte uffici, il governo spinge sul consolidamento. Nel progetto del governo c’è l’intenzione di riorganizzare le Authority, con l’obiettivo di sopprimere la Covip, che vigila i fondi pensione, con le competenze che passeranno a Bankitalia. Aci, Pra e Motorizzazione civile verranno accorpati e le cinque scuole dell’amministrazione diverranno una. Anche per le Sovrintendenze è previsto uno snellimento, mentre le Prefetture verranno ridotte a un massimo di quaranta. Nel complesso, il governo vuole “una riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio: perchè la Ragioneria generale dello Stato deve avere una sede in tutte le province?”, ha aggiunto Renzi. Il presidente parla poi di “gestione manageriale del polo museale” italiano come uno degli obiettivi da perseguire e ancora di riorganizzazione delle Capitanerie di porto.

Verrà, infine, meno l’obbligo per le imprese di iscriversi alle Camere di Commercio. Il disegno di riforma del governo prevede anche la modifica delle sanzioni previste per le liti temerarie nel processo civile. “Il tema delle ottomila municipalizzate ci rimane sul collo, va assolutamente affrontato”, afferma in aggiunta Renzi. Quanto all’accorpamento dei servizi Renzi si augura che “all’azione del governo devono corrispondere azioni dei Comuni”, spiegando che ne ha parlato con Piero Fassino, numero uno dell’Anci.

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