La riforma della PA presentata da Renzi e Madia si articola su tre punti, dei quali non a caso uno – open data – è “tecnologico”. Va detto tuttavia che anche i punti relativi alle persone e ai processi dell’Amministrazione beneficiano ampiamente di corretti investimenti in tecnologia. In particolare però gli open data sono visti strumento di trasparenza e quindi di semplificazione della gestione dei processi della PA e della relazione con i cittadini. L’articolazione in ulteriori 8 sottopunti fa capire meglio gli obiettivi del Governo. Tra questi: la fatturazione elettronica per tutte le amministrazioni. La nostra raccomandazione è considerare i processi, non le singole attività. Quindi ok la fatturazione elettronica, ma anche il pagamento deve essere possibile online. Bene anche l’introduzione del Pin unico, che identifica il cittadino in modo univoco, nei confronti di tutte le amministrazioni e di tutti i servizi online. La dematerializzazione della PA, altro sottopunto elencato, viene da tempo invocata e non è ancora attuata come potrebbe per tagliare i costi e migliorare l’efficienza operativa .
Quale vendor tecnologico, tuttavia, non possiamo non considerare da ultimo un accesso di qualità ai servizi digitalizzati dovrà essere garantito alla totalità della popolazione e questo significa infrastruttura. Insieme agli obiettivi di riforma della PA occorre spingere su infrastrutture adeguate e – proprio a supporto degli open data – sullo sviluppo di architetture cloud estese e virtualizzate, per mettere a disposizione dati, servizi, e anche accesso secondo formati comuni e quindi semplificati.