IL BANDO

Sanità digitale, gara Consip da 145 milioni per dispositivi hi-tech negli ospedali

Il 50% degli ecotomografi di nuova generazione sarà riservato agli acquisti delle pubbliche amministrazioni finanziati attraverso i fondi Pnrr. Allarme Kaspersky: l’89% delle organizzazioni italiane utilizza apparecchiature mediche con sistemi operativi obsoleti

Pubblicato il 06 Dic 2021

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Consip spinge sull’e-health. La società ha pubblicato un nuovo Accordo Quadro del valore di 145 milioni per l’acquisizione di oltre 2mila ecotomografi destinati alle strutture sanitarie pubbliche, di cui quasi il 50% (928 apparecchiature) riservato agli acquisti delle PA finanziati attraverso i fondi del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Si tratta della prima di una serie di gare Consip che contribuiranno alla realizzazione del Pnrr e l’iniziativa odierna si inserisce nella Missione 6 (Salute) – componente 2 “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale” – “Investimento 1.1 – Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero”. Ad essa seguiranno ulteriori procedure sulla diagnostica per immagini.

Ciascuno dei quattro lotti della gara – suddivisi in base alla tipologia di apparecchiatura – è articolato in due sub-lotti, di cui uno dedicato alla sostituzione del parco macchine obsoleto tramite i fondi Pnrr a seguito della raccolta dei fabbisogni effettuata dal Ministero della Salute con Regioni e Province autonome:

  • Lotto 1 – Ecotomografi Multidisciplinari
  • Lotto 2 – Ecotomografi Cardiologici 3D
  • Lotto 3 – Ecotomografi Cardiologici
  • Lotto 4 – Ecotomografi Ginecologici

Per gli ecotomografi oggetto di gara si richiedono caratteristiche tecniche di ultima generazione in grado di eseguire esami diagnostici di elevata accuratezza.

“L’Accordo quadro con più aggiudicatari – spiega una nota Consip –  garantisce ampia possibilità di scelta degli ecotomografi attraverso il “criterio della priorità” in base alla graduatoria di merito o il “criterio della scelta tecnica” che consentirà di ordinare da qualsiasi aggiudicatario in presenza di ragioni tecniche o cliniche (es. tempi di consegna, specifici accessori per la diagnosi clinica, etc.). L’accordo ha la durata di 12 mesi durante i quali le strutture sanitarie potranno stipulare appalti specifici.

La gara prevede la valutazione delle apparecchiature attraverso verifica tecnica sull’ecotomografo e analisi delle bioimmagini, secondo i protocolli specifici redatti in collaborazione con la Società Italiana di Ultrasuonologia in Medicina e Biologia (Siumb), la Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (Sirm) e la Società Italiana di Ecografia Ostetrica e Ginecologica (Sieg).

La cybersecurity in Sanità

Secondo una ricerca Kaspersky le organizzazioni sanitarie utilizzano, nella maggior parte dei casi, dispositivi medici con un sistema operativo legacy principalmente a causa di problemi di compatibilità, costi elevati degli aggiornamenti o per la mancanza di conoscenze interne su come eseguire gli aggiornamenti.

Dalla ricerca di Kaspersky è emerso che le organizzazioni sanitarie utilizzano, nella maggior parte dei casi, dispositivi medici con un sistema operativo legacy principalmente a causa di problemi di compatibilità, costi elevati degli aggiornamenti o per la mancanza di conoscenze interne su come eseguire gli aggiornamenti.

Ma l’utilizzo di dispositivi obsoleti può provocare incidenti informatici. Quando gli sviluppatori di software smettono di supportare un sistema, interrompono anche il rilascio di eventuali aggiornamenti, che spesso includono patch di sicurezza per le nuove vulnerabilità. Se lasciate senza patch, queste vulnerabilità possono diventare un vettore iniziale di attacco per penetrare nell’infrastruttura dell’azienda, di cui anche gli attaccanti non specializzati possono servirsi. Le organizzazioni sanitarie archiviano un volume notevole di dati sensibili e preziosi che le rendono uno degli obiettivi più redditizi, e i dispositivi senza patch possono facilitare il lavoro degli attaccanti.

Interrogati sulle loro capacità di reazione in materia di cybersecurity, solo il 20% degli operatori sanitari italiani crede che la loro organizzazione sia in grado di bloccare efficacemente tutti gli attacchi alla sicurezza o le violazioni del perimetro. La stessa percentuale è certa che la loro organizzazione disponga di una protezione di sicurezza IT hardware e software aggiornata e adeguata.

Tuttavia, in Italia il 50% degli intervistati ha ammesso che la loro organizzazione ha già sperimentato incidenti che hanno causato una fuga di dati, il 40% un attacco DDoS mentre il 30% un attacco ransomware.

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