L'INTERVISTA

Scuola digitale, Mantovani (M5S): “Serve una rete pubblica a tutela dei dati degli studenti”

La senatrice pentastellata ha presentato un ddl per la realizzazione del sistema Unire: “Si punta a creare un’infrastruttura unica che connetta tutti gli istituti e una piattaforma di cloud computing che ospiti tutti gli applicativi utilizzati”

Pubblicato il 22 Apr 2021

Mantovani_ML

Una rete unica per connettere le scuole per accelerare la transizione digitale e garantire la tutela dei dati di studenti e docenti. La senatrice 5 Stelle, Maria Laura Mantovani, ha presentato un ddl per la realizzazione della piattaforma Unire e spiega a CorCom perchè è necessaria per accelerare l’innovazione.

La pandemia da Covid 19 ha rivoluzionato la didattica. Come si inserisce la piattaforma Unire nel contesto del new normal?

Questa rete è necessaria per garantire il futuro di bambine e bambini e di ragazze e ragazzi, la loro sicurezza, la loro autonomia; il nostro paese deve compiere questo passo fondamentale e indispensabile. La ragione è presto detta. Abbiamo tutti sotto gli occhi quanto le tecnologie abbiano pervaso il mondo della scuola soprattutto in questo ultimo anno di emergenza, come d’altra parte ormai tutti gli ambiti della società. Tecnologie digitali che ritengo estremamente utili se padroneggiate e utilizzate nel giusto modo. Ebbene, nella scuola ci sono bambini e ragazzi minorenni i cui dati sono da anni raccolti e registrati da aziende private che potrebbero sfruttarli per i loro interessi commerciali, cosa inaccettabile. Dunque, l’obiettivo è creare una piattaforma unica pubblica, ma non si può iniziare da qui, occorre partire dalle fondamenta.

In che modo?

Occorre realizzare innanzitutto l’infrastruttura fisica su cui questa piattaforma potrà funzionare e nel nostro Paese c’è da fare un gran lavoro in questa direzione. Il disegno di legge a mia prima firma provvede proprio a fornire e dettare contesto e misure per andare in questa direzione: realizzare una rete nazionale che interconnetta tutte le scuole, con un servizio unico di manutenzione e assistenza, e una piattaforma di cloud computing che possa essere la base per ospitare tutti i dati e i sistemi applicativi utilizzati dalle scuole, come ad esempio i sistemi per la didattica digitale integrata o i registri elettronici. La protezione dei dati delle studentesse e degli studenti deve essere una priorità e questa rete potrà garantirla. Peraltro si tratta di una “mission” precisa di cui il Parlamento ha espressamente investito il Governo, prevedendo che l’obiettivo venga inserito nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Unire come potrebbe realmente contribuire a far fare alla scuola il salto nel digitale?

Premetto che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 12 gennaio 2021, è previsto l’intervento «Scuola 4.0» proprio per promuovere il potenziamento della digitalizzazione delle scuole, che andrà a ridurre i gap territoriali e a favorire l’accesso alle tecnologie di tutte le istituzioni scolastiche, la realizzazione di ambienti di apprendimento innovativi nonché la trasformazione digitale dell’organizzazione scolastica. È compreso anche il cablaggio interno delle scuole per migliorare la connettività, la dotazione nelle aule di strumenti innovativi e avanzati per la didattica digitale, l’attivazione nelle scuole superiori di laboratori sulle nuove professioni connesse all’intelligenza artificiale, alla robotica e alla digitalizzazione, anche favorendo la collaborazione fra pubblico e privato. Il disegno di legge che ho presentato, con l’istituzione delle rete Unire, va proprio a dare efficacia a questo Piano e ad altre misure in tale campo; risponderà alla necessità di prevedere un coordinamento delle scuole italiane di ogni ordine e grado per l’accesso alla rete internet e il relativo trattamento dei dati in loro possesso. Finora l’accesso a internet degli istituti è stato caratterizzato da una variegata gamma di tipi di connessione che, nel corso del tempo, sono diventati obsoleti e carenti, non in grado di supportare le diverse attività scolastiche in maniera efficiente. Esiste inoltre un’elevata disomogeneità di connessione a causa delle differenze legate al territorio, al grado e alla dimensione degli istituti scolastici. Anche dal punto di vista delle spese sostenute, sono molte le differenze tra gli istituti che dispongono di una dotazione finanziaria maggiore rispetto ad altri e spesso tali costi si basano su contratti vecchi ed onerosi che sarebbe necessario revisionare. La rete Unire permetterà di fornire alle scuole, da nord a sud, servizi uniformi, efficienti, organizzati. La condivisione di saperi e progetti tra le scuole sarà facilitata. La realizzazione di laboratori informatici sarà immediata tramite la virtualizzazione permessa dalle tecnologie cloud computing. Non ci saranno più scuole senza attrezzature.

Quale valore aggiunto per docenti e studenti?

Ad esempio, il ddl prevede che la rete Unire assicuri il funzionamento della didattica digitale integrata. Sappiamo bene che questo strumento è stato indispensabile, in questo periodo di pandemia, per proseguire le attività scolastiche da remoto. Non è certo uno strumento che deve sostituire la didattica in presenza, ma può essere uno strumento utile anche in futuro in caso di necessità degli studenti. Avere ambienti innovativi di apprendimento significa anche poter disporre di ambienti digitali e virtuali per sperimentare ed apprendere. La gestione a carico di una struttura centralizzata che ha questa mission per tutto il paese garantisce una focalizzazione sugli obiettivi e l’assistenza a tutte le scuole in base alle necessità di ciascuna. Gli ambienti digitali messi a disposizione verranno garantiti e riservati alle scuole in modo che gli studenti non possano venire profilati e le loro attività non siano condizionate dai comportamenti e dagli errori che si possono commettere una fase dell’età evolutiva in cui sbagliare è un diritto per poter imparare e crescere. In questi ambienti sarà facile ed immediato l’utilizzo di software open source e software libero, un valore aggiunto di non poco conto in grado di incrementare notevolmente le competenze e nello stesso tempo ridurre i costi. Inoltre la rete Unire potrebbe rappresentare per i docenti un utile mezzo per apprendere le migliori pratiche di insegnamento che vengono utilizzate in altri istituti: Unire è un spazio aperto, ma sicuro, capace di diventare un contenitore anche di idee e strumenti didattici innovativi.

Stando al ddl quali sarebbe la roadmap per la realizzazione di Unire?

Innanzi tutto, come detto, provvede a istituire il coordinamento informativo e informatico delle piattaforme, dei sistemi e dei dati tra le scuole di ogni ordine e grado, gli uffici scolastici regionali, e il Ministero dell’istruzione; dispone che vi sia omogeneità nell’elaborazione e nella trasmissione dei dati stessi, che si gestisca la rete telematica di interconnessione e che si realizzino e si gestiscano i servizi connessi, inclusi quelli amministrativi e per le procedure di assunzione. Importante è la funzione di protezione e garanzia di riservatezza dei dati personali di tutti i minori e del personale. E ci sono infine norme precise per la realizzazione delle infrastrutture fisiche che devono supportare le connessioni

Come è stata accolta la proposta dagli ambienti scolastici e accademici?

La proposta sta trovando il parere favorevole negli ambienti accademici e professionali che già conoscono e intuiscono la potenzialità di questa infrastruttura per il futuro dei bambini e dei giovani, che andrà a incrementare le loro conoscenze e competenze, previa la formazione di persone tecnicamente preparate che si andrà a pianificare a realizzare. La possibilità di apprendere correttamente il funzionamento dei sistemi informatici e digitali serve in generale anche a una corretta comprensione di un mondo sempre più pervaso dalle tecnologie digitali, dove la cultura scientifica, al pari di quella umanistica, diventa fondamentale per esercitare i diritti di cittadinanza e mantenere una gestione democratica delle scelte quotidiane e di più lungo periodo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Video
Analisi
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati