SCENARI

Scuola digitale una “chimera” per 1 famiglia su 4

Il 25% delle famiglie italiane non dispone di una connessione a banda larga in grado di supportare le lezioni online. Al Sud la situazione più critica. La fotografia scattata dai dati Uecoop

Pubblicato il 26 Ott 2020

scuola-digitale-170726155437

La pandemia riprende la sua corsa, il governo vara nuove misure per contrastare i contagi. Tra queste – come recita l’ultimo Dpcm – il ricorso alla didattica a distanza al 75% negli istituti superiori di secondo grado.

Ma così come è successo nei mesi del lockdown la didattica a distanza, ribattezzata didattica digitale integrata (Ddi), il rischio fallimento – e questo significa ragazzi che restano indietro nei precorsi di formazione – è alto. A certificarlo i dati Uecoop (rielaborati si rilevazioni Istat ) secondo cui scuola a distanza e didattica online sono una chimera per 1 famiglia su 4 (25,3%): il 25,4% delle famiglie italiane non dispone di un accesso Internet a banda larga in grado di supportare senza problemi massicci flussi di dati e i collegamenti audio video necessari alle lezioni telematiche.

La didattica online si scontra con il divario digitale che caratterizza l’Italia dove – sottolinea Uecoop – un quarto delle famiglie addirittura non dispone di un accesso a Internet a banda larga secondo gli ultimi dati Istat. Una situazione che colpisce di più le regioni del sud, dalla Sicilia alla Calabria, dalla Basilicata al Molise fino alla Puglia dove – continua Uecoop – in media 1 casa su 3 non dispone di un collegamento on line in grado di supportare grandi flussi di dati. L’emergenza coronavirus che impone l’allargamento della didattica on line mette in difficoltà sia le scuole sia una parte degli oltre 2,8 milioni di ragazze e ragazzi che in Italia hanno fra i 14 e i 18 anni secondo un’analisi di Uecoop su dati Istat.

Il diritto all’istruzione oltre a essere costituzionalmente riconosciuto è anche il presupposto per la costruzione del futuro delle nuove generazioni e del Paese, soprattutto in un momento delicato come quello attuale dove le conseguenze dell’emergenza coronavirus – conclude Uecoop – hanno già provocato una drammatica caduta del Pil.

Le linee guida del Miur sulla didattica digitale integrata

Lo scorso agosto il  ministero dell’Istruzione ha varato e inviato alle scuole le Linee Guida per la Didattica Digitale Integrata (Ddi), previste dal Piano per la ripresa di settembre presentato lo scorso 26 giugno e passate al vaglio del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Il documento contiene indicazioni operative affinché ciascun Istituto scolastico possa dotarsi, capitalizzando l’esperienza maturata durante i mesi di chiusura, di un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In particolare, il Piano per la Ddi dovrà essere adottato nelle secondarie di secondo grado anche in previsione della possibile adozione, a settembre, della didattica digitale in modalità integrata con quella in presenza. Mentre dall’infanzia alla secondaria di primo grado, il Piano viene adottato affinché gli istituti siano pronti “qualora si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti”. Per questi gradi di scuola non è infatti prevista didattica integrata alla ripresa di settembre, ma solo didattica in presenza.

Il Piano scolastico per la didattica digitale integrata dovrà essere allegato al Piano triennale per l’offerta formativa di ciascuna scuola. Sarà fornita apposita comunicazione alle famiglie, alle studentesse e agli studenti sui suoi contenuti in modo che tutte le componenti della comunità scolastica siano coinvolte.

Ogni scuola avvierà una rilevazione del fabbisogno di tablet, pc e connessioni che potrebbero servire per l’attuazione del Piano. Con l’arrivo dei nuovi studenti delle classi prime, infatti, potrebbe essere necessario integrare le dotazioni. Per quanto riguarda i docenti, le Linee guida pongono attenzione anche a quelli a tempo determinato, i supplenti: la rilevazione del fabbisogno riguarderà anche loro, dato che non hanno accesso alla Carta del docente che consente agli insegnanti di acquistare hardware per la didattica.

Un’attenzione particolare è riservata alle studentesse e agli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali. Nel caso in cui, nelle scuole di secondo grado, sia attivata la Ddi come metodologia complementare, per le alunne e gli alunni con disabilità andrà privilegiata la didattica in presenza con il loro docente di sostegno.

Nel caso di lezioni in Ddi complementari, sempre nella scuola secondaria di secondo grado, chi segue a distanza dovrà fare lo stesso orario della classe.

In caso di nuove situazioni di chiusura a causa di un eventuale peggioramento delle condizioni epidemiologiche e di Ddi generalizzata, le lezioni saranno in modalità sincrona per tutto il gruppo classe e dovrà essere garantito un orario minimo: almeno 10 ore settimanali per le classi prime della primaria, almeno 15 per le scuole del primo ciclo (primarie, tranne le classi prime, e secondarie di primo grado), almeno 20 per il secondo grado.

Il documento sottolinea l’importanza di mantenere un dialogo costante e proficuo con le famiglie e di favorire la formazione dei docenti e di tutto il personale scolastico sui temi del digitale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati