Semplificazioni, Turatto: “Una marcia in più all’e-gov”

Il capo Dipartimento Innovazione tecnologica plaude al pacchetto: “Una spinta ad attuare il Cad e a diffondere la Pec nei rapporti
tra amministrazioni”

Pubblicato il 07 Feb 2012

«Il decreto Semplificazioni dà ulteriormente corpo ad alcuni progetti chiave a cui il Dipartimento della Digitalizzazione e Innovazione tecnologica (Ddi) ha lavorato in questi ultimi anni». Renzo Turatto Capo del Ddi, passato da Palazzo Vidoni sotto il cappello del ministero dell’Istruzione e dell’Università, commenta positivamente i contenuti dell’agenda digitale sul versante e-government.
Cosa la convince di più del pacchetto?
Soprattutto la volontà di dare nuovo impulso – e maggiore forza – a quanto già avviato nel recente passato lungo il percorso della diffusione e dell’uso dell’e-goverment da parte di tutti gli attori della PA. Ci sono una serie di passaggi, come quelli relativi alla presentazione delle candidature nei concorsi pubblici, allo scambio di informazioni tra amministrazioni nonché tutto il capitolo relativo alla previdenza, che si basano su una progressiva digitalizzazione delle procedure. In altre parole il provvedimento dà un’ulteriore spinta all’attuazione delle regole e dei tempi del nuovo Cad. In tale contesto il Ddi continuerà a seguire da vicino e a facilitare la realizzazione di queste iniziative.
Il governo si è dato un paio di mesi per definire i dettagli dell’Agenda Digitale. Nel frattempo il Ddi di cosa si occuperà?
Abbiamo in cantiere molte iniziative, alcune delle quali sono già a buon punto. Ad esempio quelle relative alla giustizia digitale: stiamo portando a compimento il Piano straordinario della Giustizia e su circa 490 uffici giudiziari coinvolti ne abbiamo già informatizzati la metà. Con i tribunali che in questi anni sono stati più attivi sul fronte della digitalizzazione, stiamo lavorando alla dematerializzazione di atti e procedure per una maggiore diffusione del processo civile telematico e per la strutturazione di quello penale. Si tratta di progetti particolarmente rilevanti anche per quel che riguarda l’utilizzo della Pec che è lo strumento “principe” dei processi telematici.
Vuol dire che il nuovo governo non lascerà nel cassetto la Pec?
Il decreto Semplificazioni dà un forte contributo alla diffusione di questo strumento nella parte relativa, ad esempio, all’obbligo di comunicazione telematica tra le amministrazioni o – come dicevo prima – all’invio di candidature per i concorsi pubblici. I nuovi obblighi porteranno le PA che ancora non lo hanno fatto ad utilizzare la Pec, ma soprattutto ad aggiornare l’indice degli indirizzi pubblici, e i cittadini a dotarsi di una casella per dialogare con il settore pubblico. Una spinta che andrà ad implementare tutto l’ecosistema che ruota intorno alla e-mail certificata e che parte dalla qualità dell’offerta di provider fino all’erogazione dei servizi innovativi da parte della PA. Un esempio concreto, in questo senso, è rappresentato proprio dalla giustizia digitale: lì c’è tutto un mondo che sta andando verso la Pec, dagli uffici giudiziari fino agli avvocati. Stesso discorso per le imprese che dalla fine dello scorso anno sono tutte obbligate a dialogare tramite casella certificata con le Camere di Commercio. Ma c’è un risultato altrettanto importante raggiunto .
E sarebbe?
Il lavoro fatto finora ha contribuito a cambiare la mentalità degli italiani, delle imprese e dei professionisti in primo luogo, che guardano con interesse sempre maggiore alle potenzialità della Pec. Un cambio che, di conseguenza, ha impattato positivamente sul business dei fornitori che hanno potenziato le loro offerta adeguandole alla necessità dell’utenza. Abbiamo dunque aiutato a crescere il nuovo comparto dell’e-gov, se così possiamo chiamarlo.
Aperto c’è anche il fronte delle prescrizioni mediche digitali. Come vi state muovendo?
La piattaforma centrale è pronta così come i decreti attuativi varati lo scorso novembre. Inoltre il mercato ha mostrato grande interesse per questa iniziativa. Ora si tratta di attivare le piattaforme regionali e i modelli organizzativi che ogni regione deciderà di approntare. Credo il progetto si possa attuare in tempi rapidi, anche per necessità di finanza pubblica: dall’uso delle Web-ricette il sistema trarrebbe risparmi fino a oltre 600 milioni di euro l’anno solo dall’eliminazione della carta.

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