Il nuovo Cad ha il benestare di Confindustria Servizi Innovativi e
Tecnologici i cui rappresentanti hanno incontrato nel pomeriggio il
ministro Brunetta per individuare le azioni più opportune dirette
a favorire la diffusione e l’implementazione delle regole.
“Dopo il passaggio fondamentale costituito dall’entrata in
vigore del nuovo Codice Digitale – ha sottolineato Stefano
Pileri, presidente di Csit – ora è cruciale sostenere le
diverse fasi attuative, per contribuire alla costruzione delle
regole tecniche, all’applicabilità dei sistemi e
all’incremento della capacità di utilizzo. La nostra Federazione
garantirà inoltre il suo impegno per sensibilizzare le imprese,
che non solo dovranno adottare le procedure digitali ma esigere
dalla stessa PA l’applicazione del Cad”.
Durante l’incontro, a cui hanno preso parte rappresentanti delle
principali organizzazioni federate del settore Ict (Assinform,
Assoconsult, Associazione Italiana Internet Provider–Aiip,
Assocertificatori, Assotelecomunicazioni–Asstel, Associazione
delle Industrie Produttrici Beni e Servizi in Outsourcing ad Alto
Contenuto Tecnologico–Assotec, Associazione per i Servizi, le
Applicazioni e le Tecnologie Ict per lo Spazio-Asas),
Brunetta ha ricordato alle imprese la necessità
di "lavorare insieme e alacremente per far sì che
l’innovazione diventi prassi quotidiana nella PA e che
l’amministrazione digitale sia realmente a portata di click per
cittadini e imprese. Non stiamo rivoluzionando il mondo. Stiamo
semplicemente entrando in una nuova fase: il nuovo Cad è la
Costituzione materiale di quei principi di amministrazione digitale
che hanno guidato il processo di trasformazione e di rinnovamento
della PA. Sulla base delle esperienze maturate, il nuovo Codice
completa le regole e introduce un insieme di innovazioni normative
che rendono effettivi i diritti per cittadini e imprese, cogenti
gli obblighi e chiare le opportunità per tutta la PA, dando
sicurezza agli operatori specializzati del settore Ict sulla
validità, anche giuridica, dell'amministrazione
digitale".
L’incontro di oggi si è concluso con l’impegno, da parte di
Csit, di mettere a disposizione del Ministero una presenza tecnica
articolata e continua di collaborazione, dialogo e verifica del
processo di implementazione.
E proprio di “costituzione materiale della PA digitale"
che renderà l’e-gov un "diritto dei cittadini e un obbligo
per le amministrazioni" aveva parlato questa mattina il
ministro della PA e Innovazione, Renato Brunetta, nel presentare il
nuovo Cad (decreto legislativo 235/2010) che aggiorna quello
del 2005 e che entra in vigore oggi.
“Si tratta – ha spiegato il ministro – del secondo pilastro su
cui si basa il processo di rinnovamento della Pubblica
amministrazione, avviato con la riforma Brunetta (legge 150/2009)
che ha introdotto nella PA principi di meritocrazia, premialità e
trasparenza”.
Brunetta ha colto l’occasione del varo del Cad per rispondere al
presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che nei giorni
scorsi accusava il governo di “essere fermo da sei mesi”.
“Ecco una delle riforme di cui chiedeva conto”, ci ha tenuto a
puntualizzare il ministro che ha anche inviato una
missiva al numero uno degli industriali.
"Cara Emma, ho sentito le Tue recenti dichiarazioni circa la
riforma della pubblica amministrazione nel corso della trasmissione
televisiva "Che Tempo Che Fa" – si legge – Temo che le
tue affermazioni denotino un non puntuale aggiornamento sullo stato
di attuazione dei molteplici provvedimenti e delle numerose misure
di modernizzazione dell'amministrazione pubblica italiana che
il Governo ha approvato e sta realizzando". Come appunto il
nuovo codice digitale, E-gov 2012 e la legge 150 sul riordino della
PA.
Riforme che – risponde
la Marcegaglia – Confindustria condivide e sostiene pur ribadendo
la necessità di uno "sforzo congiunto del governo più
intenso" sui temi strategici per le imprese e per il Paese.
"Manca – afferma la Marcegaglia – una forte
azione congiunta mirata all'elaborazione di riforme strutturali
come la riorganizzazione degli enti e la riduzione di ostacoli
burocratici in alcuni settori vitali per le imprese (fisco,
ambiente, appalti)".
Nel dettaglio più che un rinnovamento delle norme – che restano
nel solco del Cad del 2005 – il nuovo codice introduce due
principi innovativi: l’effettività della riforma (e quindi
l’esigibilità di quanto previsto dal testo) tramite misure
premiali e sanzionatorie per PA virtuose e inadempienti; incentivi
all’innovazione della PA stessa. “Dall’informatizzazione gli
enti riceveranno dei risparmi che potranno utilizzare in nuovi
progetti digitali”, ha puntualizzato il ministro. Ad accompagnare
le amministrazioni sulla strada delle digitalizzazione sarà
DigitPA che, allo stesso tempo, istituirà tavoli di lavoro e di
consultazione con tutti gli stakeholders pubblici e privati, con
particolare attenzione per le imprese di Ict, interessati a
"soddisfare la domanda di soluzioni che si genererà con
l'applicazione delle nuove regole", ha annunciato
Brunetta.
Perno della nuova versione del codice è la Pec, “strumento
principe” – così l’ha definito Brunetta –
dell’identificazione a fronte della PA. “Le istanze possono da
oggi essere trasmesse da tutte le caselle di posta certificata e
inoltre la Pec potrà essere utilizzata per avviare una class
action”.
Ecco, in pillole, le altre novità:
Pagamenti elettronici: Il Cad prevede una serie di
strumenti operativi, come le carte di credito, e consente di
avvalersi di soggetti anche privati per la riscossione, aprendo
così un nuovo mercato dei servizi.
Validità dei documenti indipendente dal supporto:
si introduce un sistema di validità dei documenti informatici, dei
passaggi da analogico a digitale e viceversa, introducendo sistema
di contrassegno generato elettronicamente e stampato direttamente
dal cittadino dal proprio computer (una sorta di timbro digitale)
per sancire la conformità dei documenti cartacei a quelli
digitali.
Conservazione digitale e archivi elettronici: è
prevista la gestione della conservazione da parte di un
responsabile della conservazione che certifica il processo di
digitalizzazione e di conservazione servendosi – se vuole – di
“conservatori” accreditati. Sono esclusi dalla conservazione
elettronica documenti dotati di valore storico, culturale o
artistico.
Sicurezza digitale: le PA dovranno predisporre
appositi piani di emergenza idonei ad assicurare la continuità
delle operazioni atte a fornire servizi e il ritorno alla normale
operatività.
Open data: le PA, al fine di valorizzare e rendere
fruibili i dati pubblici di cui sono titolari, promuovono progetti
di elaborazione e di diffusione degli stessi anche attraverso
l’uso di strumenti di finanza di progetto, assicurando la
gratuità dell’accesso e la pubblicazione dei dati in formato
aperto in modo che possano essere rielaborabili da terzi.
Servizi online: le amministrazioni pubbliche sono
tenute a pubblicare sui loro siti Web istituzionali i servizi
erogati, dandone notizia anche al Dipartimento della Funzione
Pubblica. In questo contesto gli enti devono provvedere a rendere
disponibili per via telematica l'elenco dei moduli e dei
formulari utili agli utenti. Le pubbliche amministrazioni non
possono richiedere l’uso di moduli e formulari che non siano
stati pubblicati.
Regole tecniche: per molte norme sarà necessario
predisporre regole tecniche che saranno dettate da appositi decreti
del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il primo Dpcm
riguarderà l’Agenzia delle Entrate e sarà pronto già nelle
prossime settimane.
Il ministero ha anche predisposto una roadmap per l’applicazione
del Cad le cui norme – data la complessità – entreranno in vigore
a scaglioni:
Entro 3 mesi le PA utilizzeranno la Pec posta
elettronica certificata o altre soluzioni tecnologiche per tutte le
comunicazioni che richiedono una ricevuta di consegna ai soggetti
che hanno preventivamente dichiarato il proprio indirizzo.
Entro 4 mesi le amministrazioni individueranno un
unico ufficio responsabile dell’attività Ict.
Entro 6 mesi le PA centrali pubblicheranno sui
propri siti istituzionali i bandi di concorso e tutta una serie di
informazioni sul proprio funzionamento nell’ottica della total
disclosure.
Entro 12 mesi saranno emanate le regole tecniche
che consentiranno di dare piena validità alle firme elettroniche
diverse da quella digitale, nonché, alle copie cartacee e,
soprattutto, a quelle digitali dei documenti informatici, dando
così piena effettività al processo di dematerializzazione dei
documenti della PA; le pubbliche amministrazioni non potranno
richiedere l’uso di moduli e formulari che non siano stati
pubblicati sui propri siti istituzionali; il cittadino fornirà una
sola volta i propri dati alla pubblica amministrazione. Sarà onere
delle amministrazioni (in possesso dei dati) assicurare, tramite
convenzioni, l’accessibilità delle informazioni alle altre
amministrazioni richiedenti.
Entro 15 mesi le PA predisporranno appositi piani
di emergenza idonei ad assicurare, in caso di eventi disastrosi, la
continuità delle operazioni indispensabili a fornire i servizi e
il ritorno alla normale operatività.