Parte oggi la cosiddetta “fase 2″ del Sistri, il sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti, nato per monitorare in forma elettronica e non più cartacea la gestione dei rifiuti.
Intanto, fino al 31 dicembre 2014 si dovrà continuare a effettuare, su un binario parallelo, anche il tracciamento tradizionale dei rifiuti sui registri cartacei e i formulari di trasporto, mentre l’entrata in vigore delle sanzioni è fissata al primo gennaio 2015.
Da oggi il sistema riguarderà anche i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi, mentre era già operativo dal primo ottobre per i gestori e per i nuovi produttori.
Secondo le norme fissate dal decreto milleproroghe, infine, dal 30 giugno 2014, dopo che sarà stato emanato un apposito decreto ministeriale, il sistema sarà esteso in via sperimentale a tutti i gestori di rifiuti urbani.
L’entrata in vigore della fase 2 del Sistri solleva alcune polemiche, e a farsene portavoce è oggi Dario Di Vico dalle colonne del Corsera: “Il sistema (…) che dovrebbe servire per combattere le ecomafie – afferma – intanto però rischia di complicare la vita alle piccole e medie imprese dell’autotrasporto e dell’artigianato”.
La prima adozione del sistema è datata 2007, e suo cammino è stato finora contraddistinto dalle proroghe, tanto che Ermete Realacci, che presiede la commissione Ambiente a Montecitorio, l’ha definito “un legno storto, che rischia di essere un appesantimento burocratico e un sovraccarico amministrativo soprattutto per le Pmi, diversamente da quanto messo in atto negli altri Paesi europei”.