Ormai la PA sullo smart working non tornerà indietro. Lo ha sottolineato la stessa Ministra della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone, stimando che, una volta tornati alla normalità, almeno il 40% dei dipendenti pubblici debba adottare una modalità di lavoro agile. Ma nel frattempo cosa sta succedendo? È vero, l’attuale emergenza si sta rivelando una grande palestra in cui allenarsi a nuove modalità di lavoro, ma una volta finita sarà necessario consolidare un modello di smart working davvero efficace e sostenibile. E lo si potrà fare solo partendo dall’esperienza attuale, rilevando tutte le criticità esistenti e prendendo, d’altro canto, a modello le migliori esperienze. Con questo obiettivo FPA lancia l’indagine “Strategie individuali e organizzative di risposta all’emergenza”, a partire da queste domande chiave: come si è organizzata la vostra azienda o il vostro ente in questo momento di emergenza? State utilizzando la modalità di lavoro da remoto e con quali risultati o difficoltà? E, infine, state approfittando di questo periodo per dedicarvi alla vostra formazione e aggiornamento professionale?
Un’occasione, dunque, per raccontare la propria esperienza di “remote working” (perché in questo momento, nella maggior pare dei casi, più che di smart working si dovrebbe parlare di “telelavoro” e lavoro da remoto): come è cambiata la gestione quotidiana del proprio lavoro e il rapporto con l’amministrazione o l’azienda e con i colleghi, quali sono i punti di forza e di debolezza rilevati, quale la visione dell’organizzazione lavorativa post-emergenza.
I risultati di questa indagine, che resterà aperta fino al 15 maggio, saranno ripresi come spunto di riflessione e approfondimento al prossimo Forum PA digitale, che si terrà dal 6 all’11 luglio. Saranno diverse, infatti, le occasioni per parlare di smart working come vero e proprio cambio di paradigma, una rivoluzione organizzativa che non lascia nulla come prima.
Analizzare, in questa fase di emergenza, la percezione dello smart working, le opportunità che apre, ma anche i limiti percepiti da chi lo sta adottando, può aiutare PA e aziende a trasformare questa esperienza drammatica in un’opportunità, gettando oggi le fondamenta per l’organizzazione di domani. Perché il lavoro a distanza si trasformi, infatti, in lavoro smart e agile devono avvenire dei cambiamenti non scontati che sono frutto non solo della trasformazione digitale, ma di una profonda modificazione dei modelli organizzativi, basata su principi quali autonomia, fiducia, collaborazione, responsabilizzazione ed empowerment dei dipendenti; valorizzazione delle persone. Per partecipare all’indagine, basta andare qui. L’indagine è anonima.