Smart working, ancora una proroga fino al 30 aprile per i dipendenti pubblici. Lo stabilisce un decreto della Funzione pubblica che allinea le regole sul lavoro nella PA ai tempi dello stato di emergenza. Viene dato in questo modo più tempo alle amministrazioni per avviare il passaggio verso lo smart working strutturale che fatica a decollare.
Nel “cantiere lavoro” anche l’Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni i cui componenti sono stati nominati dalla ministra Fabiana Dadone.
Deroga sull’obbligo di accordo individuale
Fino al 30 aprile dunque lo smart working nella PA rimane la modalità ordinaria: nessun bisogno di accordo individuale con il lavoratore. I dirigenti devono coniugare a gestire l’organizzazione così da permettere lo smart working al 50% dei dipendenti per i quali non sia necessaria l’attività in presenza. Prorogata anche la disposizione che equipara al servizio prestato anche l’assenza per accertamenti sanitari (sia del lavoratore che dei figli).
Sul fronte smart working “strutturale” la ministra della Funzione pubblica Fabiana Dadone continua il pressing sui sindacati per il confronto sulla future regole, un iter comunque complicato dalla crisi di governo. Il Pola è agganciato, per le PA , al calendario dei piani della performance e il suo termine di presentazione è attualmente fissato per il 31 gennaio potrebbe slittare. Le amministrazioni sono in netto ritardo.
Ma in assenza dei Pola il lavoro agile nella PA rischia il caos. I piani operativi servono infatti a definire con criteri omogenei quali sono i dipendenti pubblici che possono lavorare da casa e stabilire i criteri di valutazione delle performance dei dipendenti pubblici impiegati da remoto, oltre a introdurre un timing di monitoraggio dell’attività lavorativa e garantire il diritto alla disconnessione.
L’Osservatorio nazionale del lavoro agile
Il ministro della Funzione Pubblica Fabiana Dadone ha nominato i componenti dell’Osservatorio nazionale del lavoro agile nelle pubbliche amministrazioni e i membri della Commissione tecnica a supporto dell’Osservatorio. Secondo quanto stabilito dall’articolo 263 della legge di conversione del Decreto Rilancio il mandato dei componenti dell’osservatorio avrà durata triennale ed è rinnovabile una sola volta. La partecipazione è a titolo gratuito, e non sono previsti emolumenti, compensi, indennità o rimborsi di spese.