"Diffidiamo tutte le Regioni, in particolare quelle in Piano di rientro e quindi compresa la Campania, dal passare al sistema della ricetta elettronica finché questo significherà un aumento di costi e un aumento del lavoro per i medici di base". A dirlo è il vicesegretario nazionale del Sindacato medici italiani (Smi), Luigi De Lucia, al presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, e al ministro della Salute, Renato Balduzzi, intervenuti oggi a Napoli a un convegno sul cancro.
"Chi si dovrà fare carico delle spese per passare alla ricetta elettronica? – domanda polemicamente De Lucia – In mancanza di un impegno regionale saranno proprio i medici di medicina generale a dover colmare questa lacuna e noi dello Smi siamo fermamente contrari a questa ipotesi". De Lucia spiega che un medico, per inviare i dati delle cosiddette ricette elettroniche, impiega in media almeno due ore di lavoro extra e che per farlo deve aggiornare la sua attrezzatura con computer nuovo, software specifici e connessioni Internet più veloci che comunque comportano dei costi. "Ferma restando la volontà dello Smi di puntare all’innovazione e alla modernizzazione della medicina generale – dice De Lucia – ci opponiamo all’aggravio di lavoro e di spesa tutta solo a carico dei medici. Per questo chiediamo alle Regioni e alla Campania di non passare a regime con la ricetta elettronica finché non si sarà stabilito a chi toccano le spese e finché non ci sarà riconosciuto economicamente il tempo di lavoro in più".