Incremento della digitalizzazione della macchina pubblica, anticipazione dell’obbligo per la fatturazione elettronica, pubblicazione telematica di avvisi e bandi di gara e obbligo per tutte le amministrazioni pubbliche di pubblicazione online di tutti dati relativi a spese e pagamenti.
Il premier Matteo Renzi ha deciso di imprimere un colpo di acceleratore all’ “innovazione” della PA e saranno le tecnologie Ict lo strumento per dare un colpo di reni alla digitalizzazione della macchina pubblica in nome dell’efficientamento dell’organizzazione, dell’erogazione di servizi di nuova generazione e anche di spending review.
Le misure sono state messe nero su bianco in occasione dei Consiglio dei ministri di ieri che ha aporovato il “decreto-leggge sugli interventi finalizzati a maggior efficienza, razionalizzazione, equità e rilancio del Paese”. Ammonta a 100 milioni di euro il risparmio stimato derivante dalla digitalizzazione della PA – ha detto il premier.
“Le misure per un’Italia coraggiosa e semplice riguardano un forte impegno per una Pubblica amministrazione più efficiente, dotata di strumenti più intelligenti, a costi più ridotti – ha detto Renzi elecando i punti del provvedimento – L’opera di revisione della spesa va infatti a individuare sia interventi destinati a ridurre sprechi e inefficienze, a ridurre i costi della politica, sia misure per avviare la trasformazione degli apparati dello Stato e delle amministrazioni centrali e periferiche verso un assetto più funzionale, sobrio ed efficiente”.
E nell’ambito della revisione della spesa e della semplificazione e razionalizzazione della macchina pubblica il governo punta a individuare soggetti “aggregatori” al fine di stabile condizioni standard di acquisto. A tal proposito diventerà ancor più fondamentale il ruolo di Consip, ma si punta anche alla creazione di una centrale di committenza per ciascuna Regione. Una misura, quest’ultima che mira a dare una forte sforbiciata alle in-house: il numero complessivo di soggetti aggregatori sul territorio nazionale non può essere superiore a 35, ha deciso il Cdm.
Il premier spinge forte l’acceleratore anche sulla trasparenza: tutte le amministrazioni pubbliche dovranno pubblicare sui siti istituzionali ed attraverso un portale unico i dati relativi alla spesa e l’indicatore della tempestività dei pagamenti.