L'INTERPELLANZA

Spid, 5 Stelle all’attacco su risorse e wallet europeo: “Il Governo chiarisca”

Le deputate Chiara Appendino, Alessandra Todde e Emma Pavanelli chiedono al sottosegretario Butti informazioni sull’integrazione della “nuova” identità digitale con l’Eudi. E lanciano l’allarme sui fondi: “A rischio i 37 milioni del bando sullo sviluppo di progetti pilota innovativi”

Pubblicato il 16 Mar 2023

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Perchè il governo vuole eliminare Spid? I 5 Stelle sottoscrivono un’interpellanza urgente, chiedendo al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica, Alessio Butti, chiarimenti sui piani in cantiere.y

Il governo punterebbe a unificare Spid e Cie in un sistema unico, in linea con gli standard europei, che si chiamerà Idn-idendità digitale nazionale.

“Lo Spid è uno strumento consolidato e diffuso tra i cittadini italiani: a inizio marzo 2023 sono oltre 34 milioni gli utenti che ne usufruiscono per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione e del settore privato”, spiega la deputata Chiara Appendino, prima firmataria dell’interpellanza, sottoscritta anche dalle colleghe M5s Alessandra Todde e Emma Pavanelli.

L’interpellanza

L’interpellanza richiede al Governo di chiarire le sue intenzioni per lo sviluppo dell’identità digitale in Italia, le motivazioni del ripensamento annunciato e le soluzioni tecnologiche che verranno adottate e come queste si integreranno con il wallet europeo Eudi (European Digital Identity), che sarà operativo entro il 2025.

“Vogliamo sapere – sottolineano le deputate M5s – quali sono i piani del Governo per garantire l’allineamento dell’Italia con il progetto europeo Eudi Wallet, che prevede la creazione di un portafoglio digitale interoperabile tra gli Stati membri per consentire ai cittadini europei di accedere ai servizi pubblici e privati online. A giugno 2021 è stato delineato il progetto e a febbraio 2022 è stato lanciato un bando da 37 milioni di euro per lo sviluppo di progetti pilota basati su Spid o Cie. Che fine faranno questi progetti e i relativi fondi? Non vogliamo assistere a uno spreco di risorse pubbliche e a una perdita di opportunità per i cittadini italiani”.

Il progetto del governo

Allo studio del governo un nuovo servizio di identificazione – Idn, Identità digitale nazionale – che dovrebbero unificare il Sistema pubblico di identità digitale e la Carta di identità elettronica (Cie) “dentro” una app unica in linea con il progetto elaborato dalla Commissione europea che, nel 2024, mira a rendere operativo un sistema comune europeo di identità elettronica tramite una app unica: il modello di riferimento è il Green Pass. In quella applicazioni, immaginata come un wallet per smartphone, saranno disponibili dati personali, tessera sanitarie e tutti i documenti che potranno “viaggiare” in maniera interoperabile in tutta la zona Ue.

Il nuovo Idn funzionerà tramite app per smartphone. E qui il governo starebbe incontrando le prime criticità: fare un bando ex novo per una nuova app rischia di allungare i tempi – va ricordato che è in scadenza ad aprile la convenzione con i provider e si rischia il blocco di Spid – e anche un esborso di più fondi. Si starebbe dunque facendo strada l’ipotesi di utilizzare l’App IO come “piattaforma” per far funzionare il sistema. Al momento sono queste le due opzioni sul tavolo.

Butti ha più volte chiarito che non è intenzione del governo  “disperdere l’esperienza e il patrimonio innovativo dello Spid, ma la volontà di evolvere e migliorare i sistemi italiani di identità digitale, in linea con il quadro europeo di riferimento. Il processo di razionalizzazione delle identità digitali proseguirà pertanto in modo condiviso tra il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio, i soggetti istituzionali e gli stakeholder coinvolti, nel migliore interesse dei cittadini”.

“L’obiettivo è di consentire a chiunque di poter custodire su uno smartphone tutti i documenti per relazionarsi con la PA ed essere riconosciuto, semplificare la vita ai cittadini e alle imprese è un obiettivo importante ma oggi con tre identità Digitali non è possibile“.

Nelle scorse settimane Butti ha convocato Assocertificatori e i provider di Spid per discutere del piano di cui sta occupando anche la task force per la PA digitale nominata dallo stesso sottosegretario.

A presiedere la task force Donato Limone, docente di informatica giuridica che si interfaccerà direttamente con Butti. Gli altri membri sono Silvia Carosini, avvocata ed esperta di legislazione internazionale ed anticorruzione, Enzo Chilelli docente dell’università Unitelma Sapienza ed esperto di Sanità digitale, Roberta Lignola già consulente giuridica della Presidenza del Consiglio, Andrea Lisi avvocato esperto di privacy e di amministrazione digitale, Giovanni Manca esperto in identità digitale ed Eidas, Enzo Morelli avvocato ed esperto di sicurezza di contenuti digitali e comunicazione interattiva, Gianni Penzo Doria docente ed esperto di gestione documentale.

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