Niente Spid di Stato. Su Twitter il deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, scrive che il subemendamento al Milleproroghe a firma 5 Stelle che affidava al Viminale le responsabilità dell’identità digitale è stato ritirato. Il provvedimento era stato inserito last minute nel Milleproroghe dopo che l’emendamento del governo era sparito dai radar e non era stato depositato.
Cosa prevedeva il subemendamento
Come il precedente emendamento del Governo, anche il subemendamento a 5 Stelle prevede che la gestione del sistema sia affidata al ministero dell’Interno sul modello della Carta di identità elettronica (Cie). Al Dipartimento per la Trasformazione digitale spettano funzioni di coordinamento dei profili di integrazione e reingegnerizzazione. Partner tecnologici il Poligrafico e Zecca dello stato, che si occuperà della realizzazione e dell’esercizio del sistema e PagoPA che fornirà servizi informatici per lo sviluppo e l’implementazione.
Per quanto riguarda invece le convenzioni stipulate finora da Agid e gli identity provider, saranno mantenute in vigore fino alla scadenza prevista. L’emendamento stabilisce infine che non possano più essere stipulate convenzioni di questo tipo.
Contestualmente viene riformulato il Cad, il Codice dell’amministrazione digitale, con l’obiettivo di snellire le procedure legate alla gestione dell’identità digitale.
Lo scontro Italia Viva-M5S
In commissioni Bilancio e Affari Costituzionali, in questi giorni, si è consumato un duro scontro tra Italia Viva e i 5 Stelle sulla questione. Ai deputati di Renzi poco è piaciuta l’idea di affidare al ministero dell’Interno la gestione di Spid e renderlo gratuito, mettendo a rischio gli investimenti fatti finora dagli identity provider. Su lato opposto i 5 Stelle che hanno fatto di Spid gratuito il loro cavallo di battaglia: accentrarne le gestione e garantirne la gratuità infatti renderebbe più facile anche l’erogazione di sussidi come il Reddito di cittadinanza.