S’approssima Natale e la consueta inondazione di buste e fogli
più o meno eleganti, secondo il gusto del mittente e l’identità
del destinatario, per auspici cui quasi nessuno crede, che tutti
fan finta di gradire e tuttavia, mai come quest’anno, paiono
necessari, ammesso che siano utili. Da quando in taluni ministeri
furono affissi editti per proibire l’impiego privato della posta
istituzionale, la fantasia dei burocrati andò in ebollizione e,
pur di non arrendersi alla e-mail, senza scomodare Poste Italiane,
affidano i plichi a commessi o simili, inviati con l’auto blu a
fare il giro dei destinatari. Se costoro sono in un’altra città
la questione si complica e tuttavia una e-mail è, anche in questo
caso, alquanto negletta.
Alle grida contro i cartoncini postali s’aggiunsero quelle di
Renato Brunetta contro le auto blu, ma si pose rimedio accantonando
le berline e utilizzando auto meno appariscenti. Poi dicono che la
PA non sia creativa.
Altre inondazioni intanto sorprendono amministratori e burocrati e
potrebbero essere attenuate almeno negli effetti assassini,
avvertendo direttamente i pericolanti mediante gli innumerevoli
media, prima di tutto la Tv, pronta a criticare dopo il disastro,
prima del quale mirata solo sugli spread (importanti per carità) o
sulle news da parrucchiere. Qualcosa non va. La Protezione civile
aveva avvertito, ma non un banner d’uno degli innumerevoli tiggì
ammonì che l’acqua si faceva travolgente. Mancò
un’informazione preziosa e vitale. Il sistema delle comunicazioni
può essere critico verso amministratori e burocrati, ma non può
dimenticare che esso stesso è corresponsabile delle notizie che
arrivano o sono negate al pubblico.