L’obiettivo è che le amministrazioni regionali non procedano più “a briglia sciolta” sulla banda ultralarga. Il Governo convoca le Regioni e le riunisce intorno allo stesso tavolo, nella sala Verde di Palazzo Chigi, per assumere il coordinamento della partita e imprimere un’accelerazione alla diffusione delle reti di nuova generazione. Un modo per dare una risposta anche alle perplessità che erano state avanzate dalla Commissione Ue, che aveva evidenziato a più riprese lo scarso coordinamento tra le varie amministrazioni sulle ricette per raggiungere gli obiettivi comunitari.
Il piano, che oggi è stato presentato nella riunione a porte chiuse dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio (nella foto) e da Raffaele Tiscar, responsabile di questo dosseir a Palazzo Chigi, prevede – secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni – che gli sforzi delle Regioni siano “armonizzati” e rispondano tutti a una strategia unica, che si ponga come obiettivi su banda larga e ultralarga quelli fissati dall’Agenda digitale Ue: 30 megabit a tutti gli italiani e 100 megabit al 50% della popolazione nazionale entro il 2020.
Al centro dell’attenzione c’è l’utilizzo dei fondi comunitari Fesr e Feasr, cioè quelli destinati alla ricerca e all’agricoltura. Allo studio, illustrate oggi per sommi capi, ci sono misure per rendere più agevole ed economicamente sostenibile l’estensione della rete in fibra, a partire dagli incentivi fiscali e per gli scavi. L’obiettivo è di rendere più conveniente per gli operatori aumentare gli investimenti.
Allo studio ci sarebbe anche una misura, già utilizzata in Francia, che consentirebbe di utilizzare i fondi infrastrutturali europei come garanzia per gli investimenti dei privati, ottenendo così un effetto finanziario “moltiplicatore”, e consentendo di accelerare la realizzazione delle nuove reti.
Il Governo si è anche reso disponibile, dopo la prima riunione di oggi, la prima di questo genere organizzata da Palazzo Chigi, a incontri one-to-one con le singole Regioni per analizzare più a fondo le singole criticità e trovare le soluzioni più adatte caso per caso.
Il quadro generale del piano, che dovrebbe essere presentato ufficialmente entro la fine del mese, prevede, in ogni caso, che il coordinamento sul fronte infrastrutture sia affidato al Ministero per lo Sviluppo economico e a Infratel, mentre dal lato servizi la responsabilità sarà a carico dell’Agid, che oggi era rappresentata al tavolo dal direttore, Alessandra Poggiani.
All’incontro erano presenti per il Mise Alessio Beltrame, capo della segreteria politica del sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, da cui era inizialmente venuta la richiesta che fosse Palazzo Chigi a coordinare il piano, per evitare eventuali conflitti di attribuzione tra i ministeri, rappresentanti del ministero dell’Agricoltura e di Infratel, e Ludovica Agrò, destinata a prendere le redini dell’Agenzia per la Coesione territoriale.