Un catalogo per i beni dell’Ict

Pubblicato il 18 Mag 2009

«Per E-gov 2012 speriamo nella collaborazione delle aziende del
settore Ict per una completa, e magari anticipata, attuazione dei
progetti più abilitanti». Con queste parole il ministro della PA
e Innovazione, Renato Brunetta, battezza il “nuovo corso” della
collaborazione tra settore pubblico e aziende aperta dal piano
telematico nazionale. Fabio Pistella, presidente del Cnipa che si
accinge a cambiare nome (e mission) in Digit@PA, raccoglie la
sfida, puntualizzando però la necessità di rivedere le procedure
e le disposizioni relative ai bandi di gara che, spesso, sono il
bandolo dell’intricata matassa nei rapporti tra imprese e settore
pubblico.
“Soprattutto nell’acquisto di Ict è necessario che le PA
sappiano valutare ex ante la tipologia di prestazioni e di
risultati che “comprano” con le nuove tecnologie – puntualizza
Pistella -. In questo senso non si tratta solo di prestare maggiore
attenzione alle esigenze dei singoli enti – quello va da sé –
quanto poter fare affidamento su strumenti che supportino tale
valutazione”. Pistella auspica la creazione di un catalogo
contenente le funzionalità e gli standard relativi ai possibili
beni da acquistare.
“Quello che serve deve essere catalogato – specifica -. Sembrano
questioni facilmente risolvibili, ma in realtà si vanno a
scontrare con un contesto eccessivamente articolato che vede un
numero altissimo di stazioni appaltanti, ognuna con i suoi criteri
di valutazione e procedura”. Cosa servirebbe dunque? Prima di
tutto concentrare queste stazioni (che sono circa 20mila) e poi
garantire le competenze delle commissioni aggiudicatrici, composte
da esperti legali che , però, poco conoscono il settore Ict.
“Se a questo si aggiunge un rilancio del project financing, dove
si dividono rischi ma anche risultati, il rapporto tra pubblico e
privato avrebbe nuova linfa”, conclude il numero uno del Cnipa.
Della necessità di ripensare i bandi di gara è convinto anche
Alberto Tripi, delegato della presidenza di Confindustria per
l’e-gov. “La creazione di un catalogo contenente standard e
specifiche tecniche è senza dubbio utile – precisa Tripi – ma, a
mio avviso, dovrebbe andare di pari passo con la creazione di un
registro da hoc in cui siano indicati i membri delle commissioni
giudicatrici e le loro competenze Ict”. Il registro dovrebbe
essere messo a punto e gestito dall’Autorità di Vigilanza sui
contratti pubblici di lavoro, servizio e fornitura. La questione
delle competenze tecniche non riguarda solo i commissari, ma le
stesse amministrazioni pubbliche, soprattutto quelle locali (Pal),
che spesso si trovano ad elaborare capitolati densi di tecnicismi.
E se sui tecnicismi nulla si può fare quando si tratta di Ict,
qualcosa si può fare per aitare le PA a fare un capitolato. “Le
Pal non devono essere lasciate sole nella stesura dei bandi e dei
capitolati – azzarda il delegato di Confindustria per l’e-gov -.
In questo senso Cnipa e Consip potrebbero essere rivestite
dell’autorità di collaborare con le amministrazioni, la prima
mettendo a disposizione il suo know how tecnologico, la seconda
quello procedurale”.
In questo modo le gare sarebbero pià snelle e si eviterebbero
costosi e lunghi ricorsi al Tar.

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