Primi passi per il progetto “tribunale Online”, realizzato dalla direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Dipartimento per la transizione digitale della Giustizia. L’iniziativa è finanziata attraverso il Pon Governance 2014-2020 e armonizzata con le priorità stabilite dal Pnrr.
Come funziona il tribunale digitale
La piattaforma è accessibile da qualsiasi dispositivo digitale e raggiungibile dagli indirizzi https://smart.giustizia.it/to e https://pst.giustizia.it. Due le sezioni: un’area pubblica informativa e una riservata dispositiva. All’interno dell’area riservata è possibile “depositare autonomamente le istanze nell’ambito di alcuni procedimenti di volontaria giurisdizione (per i quali non è previsto l’obbligo dell’assistenza legale) – spiega il ministero della Giustizia – e monitorare tutte le fasi del procedimento”. All’area riservata si può accedere autenticandosi tramite Spid, Cie e Cns, mentre per il deposito delle istanze è necessaria la firma digitale.
Le prime sette sedi e i procedimenti ammessi
La sperimentazione dei “tribunali smart” parte oggi dalle sedi di Catania, Catanzaro, L’Aquila, Marsala, Napoli Nord, Trento e Verona, con l’obiettivo di offrire ai cittadini e agli utenti qualificati servizi informativi e “strumenti digitali in grado di semplificare l’accesso alla giustizia – si legge in una nota – al tempo stesso riducendo e razionalizzando l’affluenza alle cancellerie”. Fra i primi procedimenti ammessi al deposito telematico ci sono quelli riguardanti l’amministrazione di sostegno, la gestione di eredità giacente e la nomina del curatore.