Una quota “non superiore al 40%” di Poste Italiane sarà messa sul mercato e la cessione potrà avvenire “anche in più fasi”. Il governo, riunitosi oggi intorno a mezzogiorno a Palazzo Chigi sotto la presidenza del premier Matteo Renzi con segretario il Ministro per la Semplificazione e la PA, Maria Anna Madia, ha approvato il Dpcm (Decreto del presidente del consiglio dei ministri) che fissa i criteri di privatizzazione di Poste Italiane. Nel dettaglio, si legge nella nota emanata al termine della riunione, “viene regolamentata l’alienazione di una quota della partecipazione non superiore al 40%, disponendo che tale cessione – che potrà essere effettuata anche in più fasi – si realizzi attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane, e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali”.
Il governo spiega inoltre che “al fine di favorirne la partecipazione all’offerta, potranno essere previste per i dipendenti del Gruppo Poste Italiane forme di incentivazione, tenuto conto anche della prassi di mercato e di precedenti operazioni di privatizzazione, in termini di quote dell’offerta riservate (tranche dell’offerta riservata e lotti minimi garantiti) e/o di prezzo (ad esempio, come in precedenti operazioni di privatizzazione, bonus share maggiorata rispetto al pubblico indistinto) e/o di modalità di finanziamento”.
Contestualmente sono stati fissati i criteri di privatizzazione di Enav, con “la cessione di una quota – si legge nella nota di Palazzo Chigi – che assicuri il mantenimento in capo allo Stato di una quota di controllo assoluto (51%)”.
I due decreti del Presidente del Consiglio sono stati definitivamente approvati a seguito dei pareri resi dalle Commissioni parlamentari di merito, su proposta del premier e del Ministro dell’Economia e delle finanze, Pietro Carlo Padoan.
Intanto, per quanto riguarda Poste Italiane, Fitch conferma il rating a lungo termine a ‘BBB+’ e quello a breve termine a ‘F2’. Inoltre l’outlook passa da negativo a stabile. Il cambiamento per Poste Italiane segue la revisione dell’outlook per la Repubblica italiana. Fitch si aspetta che il forte legame tra Poste Italiane e il governo italiano, che la controlla, persista nel medio termine. Il piano di quotare in Borsa Poste, mantenendo il 60% del capitale, secondo Fitch, permetterà infatti al governo di continuare a esercitare il controllo su Poste Italiane e sulla sua gestione strategica.