Il processo di digitalizzazione sta cambiando la vita di tutti, i rapporti sociali e anche l’interazione tra società e democrazia, che deve allinearsi ai modi e ai tempi di Internet: le opportunità sono grandi ma altrettanto grandi le sfide. Lo ha detto oggi Roberto Viola, Direttore Generale DG Connect della Comissione europea nel video-intervento all’evento di presentazione “Digitali e Responsabili”, l’iniziativa lanciata da Google con il patrocinio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e del Garante per la Protezione dei dati personali, e con la partecipazione di Polizia Postale e Altroconsumo, per promuovere un dibattito informato sull’importanza dell’ utilizzo responsabile del web.
“Pensiamo al recupero di efficienza e ai risparmi che la digitalizzazione porta al settore della medicina, alla promessa di strade più sicure e al decongestionamento del traffico grazie alle automobili autonome e connesse, alla possiblità di raggiungere chiunque con l’istruzione e gli strumenti della democrazia: il mondo online offre molteplici opportunità e la cittadinanza digitale si sta già creando, ma non possiamo dire che sia un processo concluso”, ha affermato Viola.
Il cittadino è definito dal riconoscimento della sua individualità e dignità e da un insieme di diritti e doveri e relazioni con la società circostante ma oggi, specialmente sul piano dei diritti e doveri, c’è ancora molta incertezza su Internet, secondo Viola. Finché ci muoviamo nel dominio dei social network, siamo infatti in qualche modo cittadini di questa particolare sfera: “Siamo normati dal diritto privato del social media più che dalle norme del diritto che vige fuori dal web e questa è la vera sfida per il legislatore e le imprese del settore”, ha indicato il Direttore Generale DG Connect. “Occorre trovare il modo di bilanciare auto-regolamentazione e normativa, comportamenti repressivi e proattivi”.
Rispetto alle attività in Rete, insomma, non serve il pugno di ferro, ma nemmeno il laissez-faire è accettabile. “Va preservato il rispetto della dignità umana, a tutti deve essere garantito accesso ai servizi online e la tutela della diversità di opinioni, orientamenti, cultura, religione: questo è il primo elemento per fondare un Internet responsabile e il primo aspetto della cittadinanza digitale. La Commissione europea si muove proprio con questo approccio di alternanza tra regolazione dall’alto e auto-regolamentazione dei privati”.
Ma la cittadinanza digitale è un tema complesso e sfaccettato e nel futuro saliranno in primo piano nuovi elementi, partire da quello della definizione certa di una identità digitale, potenzialmente universale, che ci riconosce e autentica online indipendentemente da quale sito visitiamo o da quale servizio usiamo. “Su questo in Italia siamo indietro e dobbiamo accelerare”, ha affermato Viola: “dal primo gennaio 2018 sarà in vigore il regolamento eIDAS e l’Italia si deve far trovare pronta”.