E’ ancora battaglia sui certificati di malattia online. Dopo aver
chiesto al ministro Brunetta di prorogare la sospensione delle
sanzioni per i medici inadempienti – le multe scatteranno a partire
dal 1° febbraio – la Fimmg si appella ora direttamente al
presidente del Consiglio ricordando che la richiesta fatta al
ministro della PA e Innovaizone risponde a un sistema a tutt’oggi
ancora lacunoso.
Ecco di seguito il testo della missiva firmata dal segretario
Giacomo Milillo.
“Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, in qualità di
Segretario Nazionale della Fimmg ritengo doveroso rappresentarLe il
grave disagio e il sentimento di profonda mortificazione della gran
parte dei medici di medicina generale, così come, ne sono certo,
della stragrande maggioranza dei medici coinvolti da alcune
disposizioni del Decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150.
La maggioranza dei medici di medicina generale che Fimmg
rappresenta, sebbene negativamente colpiti dall’atteggiamento
pregiudizialmente vessatorio che ispira le innovazioni in materia
di certificazione introdotte dal d.lvo richiamato, non hanno
voluto, responsabilmente e strategicamente, ostacolare
l’introduzione della trasmissione telematica del certificato di
malattia, così come non si sono mai opposti all’introduzione
della ricetta on line e del sistema tessera sanitaria nel suo
insieme.
Lo stesso profilo di responsabilità, in considerazione delle
difficoltà della finanza pubblica, ha portato ad escludere
rivendicazioni economiche, ma sempre e solo a chiedere di essere
messi nelle condizioni di poter utilizzare le nuove procedure senza
inutili aggravi burocratici che sottraggono tempo prezioso ai loro
prioritari obblighi assistenziali.
Questa posizione responsabile della Fimmg, non immune da critiche
interne, ha trovato conforto in analoghi atteggiamenti di quasi
tutte le OoSs mediche, che l’hanno ribadita e confermata più
volte anche nell’ambito della FnomCeo che, nel rispetto delle sue
specifiche funzioni di rappresentanza istituzionale della
professione , è più volte intervenuta sulla materia
stigmatizzando accelerazioni mediatiche e procedurali talvolta
minacciose ed ingiuriose, ma soprattutto sollecitando una sana
collaborazione che affronti e superi le oggettive criticità del
sistema senza mascherarle o dandole per superate.
Tale atteggiamento, fermo e responsabile , ha avuto due motivazioni
fondamentali: favorire l’avvio di un processo innovativo che da
troppi anni era rimasto nelle dichiarazioni e nelle intenzioni e
che tutti riteniamo utile e vantaggioso per il Paese e per i
cittadini; non concedere spazi a quelle forzature mediatiche e
comunicative su presunte chiusure corporative dei medici che
purtroppo hanno fatto da cornice ideologica a questa ed altre
questioni che ci vedono coinvolti.
Questa disponibilità non è stata colta, tanto che la reiterazione
da parte del Ministro Brunetta di atteggiamenti manifestamente
diffamatori e provocatori ed una ostinata volontà a sottostimare
le criticità applicative del sistema hanno costretto la FnomCeo ad
interrompere la sua partecipazione alla Commissione di collaudo
dichiarando che, allo stato dei fatti, riconosceva il Ministro
della Salute quale principale interlocutore affidabile.
Fin dai primi invii telematici dei certificati di malattia, il
sistema è apparso inadeguato e lacunoso; i successivi interventi
di implementazione e perfezionamento messi in atto, col nostro
determinante contributo, hanno prodotto sicuramente miglioramenti,
ma non hanno ancora portato il sistema ad un livello di
funzionalità e quindi di fruibilità soddisfacente.
Dopo ben dieci mesi, durante i quali l’attività assistenziale
dei medici è stata fortemente disturbata dalla sperimentazione
dell’invio telematico della certificazione di malattia a causa
del malfunzionamento del sistema, restano lacune ostative
l’intero processo quale, ad esempio, l’invio telematico dei
certificati redattial domicilio del paziente, ancora di fatto non
praticabile.
Nel caso di un qualsiasi impedimento nella filiera d’invio della
certificazione la via alternativa (call center) alla trasmissione
telematica si è dimostrata, a tutt’oggi, talmente fallimentare
da suggerire l’opportunità di abbandonarla per la sproporzione
fra i costi e i benefici ottenibili. Nessuna responsabilità di
questi deficit del sistema è dunque attribuibile ai medici, ed
appare quindi ancora più assurdo attivare il regime
sanzionatorio.
I medici di medicina generale non sono più disponibili a tacere
sulle inevitabili conseguenze che l’obbligo di utilizzare un
sistema con evidenti deficit di funzionamento comporterà anche per
i cittadini, a causa delle ripercussioni negative sui tempi della
attività assistenziale e sulla serenità dei professionisti.
Ciò vale certamente sia per i medici convenzionati che per i
colleghi ospedalieri, tutti obbligati e sanzionabili nello stesso
modo a norma del d.lvo 27 ottobre 2009, n. 150.
A buon diritto, perciò, tutte le categorie coinvolte chiedono
insieme che le Aziende sanitarie forniscano i mezzi tecnici ed i
supporti necessari per poter provvedere all’invio telematico dei
certificati di malattia senza compromettere l’attività
assistenziale e che venga prevista l’alternativa del cartaceo
come procedura vicariante in caso di sopravvenienti cattivi
funzionamenti.
Fino ad ora le reazioni dei medici sono state contenute, oltre che
dalla responsabilità già ricordata della maggioranza delle loro
Organizzazioni rappresentative, solo dall’attenzione,
dall’ascolto e dalla mediazione operata dal Ministro della Salute
Ferruccio Fazio.
Con l’approssimarsi della scadenza del 31 gennaio 2011, la
constatazione che, sia da parte del Ministero dell’Innovazione
che da parte di alcune regioni, “sperimentazioni inadeguate o
fallite” sono dichiarate unilateralmente, con forzature
demagogiche o derivanti da necessità di bilancio, “concluse con
successo”, pone i medici non solo nella condizione di non poter
collaborare, ma di dover contrastare pubblicamente un processo
applicativo, che maschera e sottostima le inadeguatezze del sistema
e minaccia sanzioni severe agli inadempienti.
In questo modo si ingannano i cittadini e si mortificano
inutilmente i medici. La Fimmg, come ribadito in sede congressuale,
è pronta a mettere in campo tutte le azioni sindacali e le risorse
economiche necessarie a difendere, nelle sedi deputate, la
categoria o i singoli medici che fossero sanzionati in modo
inappropriato per effetto del “decreto Brunetta”, supportata in
questo dal parere di diversi legali che ne sostengono
l’incostituzionalità per l’illegittimo esercizio della
delega.
Con questa lettera la Fimmg lancia l’ultimo appello affinché la
buona volontà dei medici non sia vanificata da una arrogante
quanto disinvolta applicazione di una legge nella quale leggiamo
con amarezza, una regia applicativa ispirata da una profonda
disistima ed una ingenerosa mancanza di rispetto per la nostra
professione.
La Fimmg ribadisce la Sua assoluta disponibilità a promuovere
ulteriori progressi dell’e-health e del Sistema tessera
sanitaria, purché i metodi di sperimentazione e introduzione siano
graduali, ispirati al buon senso e al raggiungimento concreto del
risultato, che non può prescindere dal coinvolgimento e dal
consenso dei professionisti interessati, consapevoli che i
cittadini misureranno il risultato nei fatti e non sui
media”.
Stamattina sempre la federazione dei medici di medicina generale
aveva diffuso i dati sulla Lombardia dove ben il 97% dei medici di
famiglia utilizza il sistema di certificazione on-line e riesce a
trasmettere oltre il 70% dei certificati attraverso la rete
informatica regionale. In questo contesto ricorda la Fimmg rimane
però una forte criticità nel funzionamento del sistema. “Pur
disponendo al 90% di una connessione a banda larga e di un sistema
di ricerca anagrafica messo a disposizione dalla Regione, molto
efficiente e gradito – precisa la nota – oltre il 90% dei
professionisti segnala gravi blocchi il lunedì mattina (giorno in
cui circa 400.000 cittadini lombardi si recano negli studi del
proprio medico di famiglia) e dichiara che è impossibile
trasmettere il certificato, vedendosi costretto a ricorrere alla
certificazione cartacea per evitare inutili attese agli assistiti.
E' quanto emerge dall'ultimo sondaggio on-line della Fimmg
Lombardia su un campione di oltre 300 medici.
Per quanto riguarda la certificazione di malattia in seguito a una
visita domiciliare i medici ritengono più utile l’utilizzo della
certificazione cartacea rispetto alla possibilità di rivolgersi al
call center, una procedura non prevista in Lombardia, ma – come
emerso da indagini della Fimmg nazionale – di scarsa praticabilità
e compatibilità con l’attività clinica.
“I nostri medici dimostrano di utilizzare realmente e con spirito
di servizio lo strumento informatico quando rappresenta un modo per
velocizzare e migliorare l’assistenza al cittadino: è questo che
serve al sistema – dichiara Fiorenzo Corti, segretario regionale
della Fimmg Lombardia – L’obiettivo è curare bene i pazienti,
ridurre i tempi della burocrazia e non raggiungere percentuali del
100%, traguardo tipico di posizioni ideologiche e di schemi
burocratici appartenenti a una cultura estranea alla ragionevolezza
e al buon senso della nostra gente e delle nostre istituzioni.
Ritengo sia necessaria una proroga dell'avvio delle sanzioni
previste per i prossimi giorni in caso di mancata trasmissione
telematica: anche in una regione come la nostra, all’avanguardia
in termini di informatizzazione del servizio sanitario, i medici di
famiglia potrebbero essere sottoposti a gravi penalità nonostante
l'enorme sforzo effettuato e gli ottimi risultati raggiunti in
questi mesi".