Web-certificati, la Uil denuncia: “Difficile accedere al call center”

Per il sindacato i tempi di attesa sono troppo lunghi: “Inefficienze che vanno a scapito del paziente”. Intanto il numero dei documenti digitali supera il milione. Il ministro della Salute Fazio: “Giovedì prossimo il tavolo interministeriale”

Pubblicato il 26 Ott 2010

"Se il numero di medici di famiglia abilitato all'utilizzo
del sistema di certificazione online è attualmente oltre l'80%
del totale, permangono forti e serie criticità nel contattare il
call center centrale". E' quanto afferma Giovanni
Torluccio, segretario generale della Uil-Fpl, in relazione alla
diffusione, da parte del ministro per la Pubblica amministrazione
Renato Brunetta, dei dati sui certificati medici via web.

"Il dato della crescente richiesta degli strumenti
d'accesso al servizio e l'aumento dell'utilizzo dello
stesso – aggiunge
Torluccio – sono segnali positivi che dimostrano come i medici
siano una categoria in grado di aggiornarsi ed aprirsi
all'innovazione tecnologica tesa all'ammodernamento della
pubblica amministrazione per garantire ai cittadini servizi
snelli e sburocratizzati".

Tuttavia, continua il segretario, ci arrivano molte segnalazioni da
parte di medici di disservizi e criticità che rimangono nel
funzionamento del call-center. Le prolungate attese inducono
talvolta il medico a non completare la procedura o di aspettare
diversi minuti prima di completarla e difficilmente riescono a
comunicare tempestivamente con il call-center".
Tale inefficienza "va a discapito del tempo dedicato ai
pazienti, provocando disfunzionalità ai servizi e ai diritti
socio-assistenziali. E' necessario dunque rimuovere al più
presto gli ostacoli politici e tecnici che impediscono
l'ottimizzazione del servizio".

Stando ai dati diffusi oggi da Palazzo Vidoni e forniti
dall’Inps, i certificati telematici hanno abbondantemente
superato la soglia del primo milione, arrivando per l’esattezza a
1.137.228 unità (con un flusso medio giornaliero di circa 20.000
documenti dall’inizio del mese). Disaggregato a livello
territoriale, il volume dei certificati di malattia trasmessi
telematicamente risulta così composto: 487.423 in Lombardia,
140.259 nel Lazio, 84.792 in Veneto, 61.744 in Campania, 53.116 in
Sicilia, 53.009 in Emilia Romagna, 50.012 nelle Marche, 26.732 in
Piemonte, 26.102 in Abruzzo, 25.812 nella Provincia di Bolzano,
23.132 in Puglia, 20.915 in Calabria, 19.822 in Toscana, 12.682
nella Provincia di Trento, 12.293 in Liguria, 9.874 in Basilicata,
8.966 in Sardegna, 8.935 in Umbria, 5.155 in Valle d’Aosta, 3.592
in Molise e 2.861 in Friuli Venezia Giulia.

Il confronto dei flussi cartacei del 2009 con quelli via web
dell’anno in corso consente di stimare l’impatto della
digitalizzazione in atto. Da inizio ottobre è stato
quotidianamente trasmesso per via telematica il 58% dei certificati
di malattia dei lavoratori privati iscritti all’Inps che erano
stati inviati per via cartacea nello stesso periodo dell’anno
scorso. In Lombardia e nel Lazio il numero medio giornaliero di
certificati telematici è largamente superiore a quello dei
certificati cartacei spediti nello stesso periodo del 2009. Il
tasso di copertura del digitale risulta compreso tra il 55 e il 60%
in Sicilia, nelle Marche e in Veneto. In Basilicata, Abruzzo, Valle
d’Aosta, Trentino Alto Adige, Molise e Campania i certificati di
malattia online rappresentano invece una quota compresa tra il 40 e
il 50% del totale dei certificati cartacei giornalmente acquisiti
un anno fa.

Sulla base dei dati forniti poche ore fa dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze, si è inoltre stabilizzata al di
sopra dell’88% la media regionale dei medici di famiglia
abilitati ad accedere al nuovo sistema. Il processo di
distribuzione dei PIN a questi ultimi è infatti terminato in
Emilia Romagna, Toscana, Lombardia, Friuli Venezia Giulia (già
abilitati alla nuova procedura tramite Carta nazionale dei servizi)
e Valle d’Aosta. Si è invece prossimi al completamento
dell’operazione in Veneto, Provincia di Bolzano, Marche,
Basilicata, Campania, Calabria, Umbria, Sardegna e Piemonte, dove
la percentuale dei medici di famiglia abilitati è superiore al
91%. Tale percentuale è compresa tra il 70 e il 90% in Abruzzo,
Puglia, Lazio, Provincia di Trento, Sicilia e Molise. Ancora
indietro la Liguria, ferma al di sotto del 45%.

Intanto, sempre oggi, il ministro della Salute Ferruccio Fazio, ha
annunciato che giovedì 28 ottobre è previsto il tavolo
interministeriale dedicato al nuovo sistema. Il tavolo, al quale
parteciperanno anche i medici – ha precisato il ministro – si
occuperà degli aspetti tecnici, normativi e amministrativi che
riguardano la nuova procedura di certificati via web e potrà anche
affrontare i problemi connessi alle sanzioni in caso di
inadempienza previsti dalla nuova normativa.

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