Nessuna proroga per i Web-certificati, ma solo una dilazione della
fase di collaudo Il ministero per la Pubblica amministrazione e
l’Innovazione e la FnomCeo (Federazione Nazionale degli Ordini
dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) fanno sapere che “le
procedure di trasmissione online dei certificati medici non sono
state oggetto di proroga ma che, a seguito della riunione in sede
tecnica dello scorso 15 luglio e valutate le criticità in corso di
risoluzione, si è ritenuto di proseguire con le procedure di
collaudo, che pertanto non potranno concludersi entro il termine
ordinatorio, originariamente previsto, del 19 luglio”.
Come è noto, durante il periodo di collaudo non è attivo il
sistema sanzionatorio in caso di mancata trasmissione. Il ministero
invita tuttavia i medici “nell’ambito delle concrete
possibilità tecniche, ad attuare la modalità di certificazione
telematica onde consentire l’ottimizzazione del sistema”.
A paventare la possibilità di uno slittamento del progetto era
stato, lo scorso 6 luglio, il segretario della Fimmg (Federazione
dei medici di medici generale), Giacono Milillo, annunciano la
permanenza di “molti punti oscuri”. “Credo – aveva precisato
Milillo – che il 19 luglio, data di scadenza del mese di collaudo,
non succederà niente, perché continueremo ad usare il canale
cartaceo”.
Tra gli ostacoli maggiori alla transizione al canale digitale due
questioni di natura tecnologica: il digital divide (circa il 35%
dei medici di famiglia non è raggiunto dall’Adsl) e la mancanza
di un software aggiuntivo da integrare a quello già in uso dai
professionisti che consenta di dialogare – e quindi di
trasmettere i certificati – al Sac (Sistema di accoglienza
centrale), la piattaforma sviluppata da Sogei e gestita
dall’Inps, che “raccoglie” tutta la documentazione
elettronica. Mentre sul primo punto il ministero della PA si è
affidato a Sogei per la creazione di un sitema di comunicazione
telefonica da utilizzare laddove manchi la connessione Internet
veloce, sul secondo punto tocca alle software house fornire ai
medici la patch aggiuntiva. Ma stando a quanto riferiscono i
professionisti e Palazzo Vidoni le aziende sarebbero ancora al
lavoro.
La decisione di continuare il collaudo non è piaciuta alla Cgil.
''Si tratta nei fatti di una ''una proroga
indeterminata'', denuncia la Cgil medici.
''Il ministero – sottolinea Massimo Cozza, segretario della
Cgil Medici – ha annunciato che le procedure di collaudo proseguono
oltre il termine previsto del 19 luglio, senza più indicare una
termine: nei fatti una proroga indeterminata''.
'Dal 20 luglio la trasmissione si sarebbe dovuta effettuare
esclusivamente per via telematica. E invece siamo alla nuova
proroga mascherata da proseguimento delle procedure di
collaudo''. Così non ci saranno ''i risparmi
annunciati di 500 milioni di euro l'anno per l'eliminazione
del cartaceo, né i risparmi per il dipendente pubblico che dovrà
sostenere i costi per l'invio della certificazione al proprio
posto di lavoro, e tantomeno non si avrà una maggiore
tempestività nei controlli''.
''Dopo 9 mesi – aggiunge Cozza – la situazione è ancora
confusa e pasticciata. I call center dedicati non risultano
funzionanti, tanti medici sono ancora privi dei codici di accesso
(pin) per l'invio telematico, diversi studi medici e postazioni
di guardia medica non hanno la connessione internet
adeguata''.
''Invece di fare la faccia feroce il ministro, privo
(evidentemente) di bacchetta magica, avrebbe dovuto ascoltare la
categoria e le organizzazioni sindacali. Proseguire solo con
indeterminate procedure di collaudo (proroga) non basta. E poiché
non vogliamo che il progetto naufraghi definitivamente consigliamo
nuovamente al ministro Brunetta, di definire insieme procedure
operative, tempi e risorse adeguate, e di spianare la strada al
progetto aiutando i medici, non considerandoli nemici''.