LA RICERCA

Fintech, in Italia è boom di startup: crescita annua del 60%

I dati della ricerca Ey: nonostante il grande dinamismo del settore il bacino rimane ancora relativamente piccolo: in dieci anni raccolti circa 700 milioni di euro

Pubblicato il 18 Set 2020

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In Italia i finanziamenti alle startup attive nel settore Fintech crescono di oltre il 60% all’anno (Cagr) dal 2016 al 2019, pur rimanendo su valori assoluti ancora relativamente piccoli: circa 700 milioni di euro raccolti dal 2010 al 2019. La pandemia di coronavirus ha rappresentato per l’ecosistema Fintech sia un problema che una nuova opportunità legata alla crescente digitalizzazione delle imprese e al cambiamento del comportamento dei consumatori.

Secondo la ricerca “FinTech waves – The italian FinTech ecosystem” realizzata da EY e dal Fintech District, il futuro del settore sono il digital lending e servizi per le Pmi, Cybersecurity, RegTech, WealthTech, Open Banking e collaborazione con le istituzioni finanziarie.

Secondo un comunicato di EY, infatti, “l’innovazione digitale sta modellando i settori finanziario, bancario e assicurativo italiani, complici anche lo sviluppo e l’introduzione negli ultimi anni di una serie di iniziative, regolamenti e incentivi per promuovere la crescita della community FinTech (dall’istituzione dell’Agenzia per l’Italia Digitale alla più recente introduzione, prevista dal Decreto crescita, di un sandbox per facilitare lo sviluppo del fintech, passando per la Psd2)”.

In Italia l’interesse per l’innovazione nei servizi finanziari è in crescita sia presso la clientela retail sia presso gli investitori. Sebbene gli italiani vedano ancora gli operatori tradizionali come primo punto di contatto (il 55% di essi si rivolge dapprima alla banca o alla compagnia di assicurazioni tradizionali per l’acquisto di un nuovo prodotto), il tasso di adozione delle soluzioni FinTech in Italia è in crescita (+51% nel 2019 secondo l’EY FinTech adoption index).

Il numero di Fintech in Italia è in costante crescita: nel 2011 se ne contavano appena 11, per arrivare a 199 nel 2015. Nel 2020, secondo l’ultimo censimento EY, se ne contano 345, per la maggior parte concentrate in Lombardia (169). Delle 345 startup censite il 74% sono FinTech, mentre il 26% si colloca tra le TechFin, cioè imprese che offrono soluzioni tecnologiche d’avanguardia al servizio dell’industria finanziaria.

Il panorama italiano delle FinTech è guidato dalle startup di Crowdfunding (71), seguito dalle startup che si occupano di Data Analytics, Machine Learning e Artificial Intelligence (35), dalle FinTech che offrono pagamenti smart (34) e dalle FinTech che offrono servizi di Lending (30). Queste sono per la maggior parte in uno stadio intermedio di crescita (Early Stage ed Early Growth) e sono finanziate tramite risorse personali o business angel.

Secondo le analisi numeriche condotte, emerge come il valore mediano degli investimenti raccolti da ciascuna startup si attesti in Italia sui 700 mila euro, con le FinTech in vantaggio rispetto alle TechFin (il 46% delle FinTech ha raccolto più di 1 milione di euro contro il 21% delle TechFin). Il 95% delle startup italiane ha una post-money valuation superiore a 1 milione di euro. Inoltre, la maggior parte delle startup (circa il 70%) ha come obiettivo, per il prossimo round di finanziamento, investitori istituzionali, in particolare fondi di Venture Capital internazionali.

“L’ecosistema italiano del fintech – ha detto Andrea Ferretti, Markets Financial Services & FinTech Italian Leader di EY – avrà opportunità di crescita rilevanti a patto che adotti un approccio di coopetizione, cioè di competizione e cooperazione allo stesso tempo, facendo leva sui modelli di open finance che coinvolgano i diversi player del settore dei Financial Services”

L’analisi realizzata da EY e dal Fintech District evidenzia infine che, nonostante gli investimenti nel settore FinTech in Italia siano ancora in ritardo rispetto a quanto accade in altri Paesi europei (nel 2019 il Paese ha attirato solo il 2% del capitale totale investito in FinTech in Europa, mentre Regno Unito e Germania hanno attratto rispettivamente il 50% e il 19% degli investimenti), di recente il gap ha iniziato a ridursi, grazie allo sviluppo di condizioni favorevoli e alla crescente collaborazione tra operatori tradizionali e startup.

«La sfida più importante per le startup in Italia – ha detto Alessandro Longoni, a capo del Fintech District – è quella di essere in grado di pensare con una visione globale, sfruttare economie di scala e divenire così più attrattive per grandi gruppi e fondi esteri. La rapida crescita dell’ecosistema italiano FinTech è sicuramente un segnale positivo e dovrebbe esserlo anche per tutti quegli investitori che desiderino cogliere le migliori opportunità prima di altri. Molti imprenditori stanno già attirando qui talenti di livello e, per quanto riguarda i capitali, crediamo sia solo una questione di tempo»,

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